venerdì 12 luglio 2013

Ufficio oggetti smarriti

Per la Bertux sarà la prima volta in due grandi città come Londra e Parigi.
Da qualche giorno ho iniziato il lavaggio del cervello: stai sempre vicino alla mamma, non scappare e se ti perdi, cerca un poliziotto o entra in un negozio e dì che ti sei persa. Ecco, quando dicevo questa frase mi attanagliavano due dubbi atroci: il primo, se non conosce la lingua locale può semplicemente dire che si è persa e sciorinare il mio numero di cellulare ma nessuno sarà in grado di capirla. Il secondo dubbio sta nella tipologia del negozio. Di recente – beh, negli ultimi due anni veramente – la ragazza ha sviluppato un amore folle per tutto ciò che luccica: glitter,  paillettes e sbarluccichi sono la sua passione che raggiunge la piena realizzazione quando riesce a scucire alla zia un piccolo animaletto Swarovski. I cani li abbiamo già, ma ultimamente rane e affini stanno acquisendo un sacco di punti. Ho pensato che se mai dovesse imbroccare il “negozio giusto” la mia vacanza finirebbe il giorno uno.  Nonostante sia ferma la mia convinzione che Carla Gozzi le darebbe 10 punti secchi per il tocco di luce, mi ritroverei con mezzo stipendio spazzolato via in 18 nanosecondi (l’ho cronometrata la scorsa domenica da Zara).
Così ho disegnato un bel biglietto che in 4 lingue recita: mi chiamo Martina, ho 8 anni, mi sono persa, per favore chiamate la mia mamma a questo numero. Lo porterà sempre con sé, io sarò più tranquilla e la mia nuova carta di credito eviterà la fusione da POS.

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