Questa mattina, in barba a tutto e a tutti, mi sono auto-regalata 5 ore di relax alle terme di Pre Saint Didier.
Di solito trascino con me il Poser che, tra la sauna a 900 gradi e la vasca a -300 prova a competere, in una gara di velato machismo, con gli altri poveretti trascinati come lui in un savonage, nel percorso di kneipp o peggio ancora, divenuti vittime del maestro dei fanghi.
Tutto grazie a compagne, fidanzate e mogli.
Oggi ho avuto pietà e ho tentato di portare con me la Bertux che ha preferito finire le schede di matematica “quelle che mi vengono ma ci devo ragionare”. Solitamente il ragionamento avviene in contemporanea alle serie di netflix: Friends al momento è al terzo “rewatch”.
Alle 10 del mattino le terme sono ancora “in ordine” ma piano piano, inizia ad arrivare quell’utenza variegata e coatta che riempie di “colore e allegria”.
Dal vitellone rimorchione che, in barba alle normative covid, avvicina il lettino alla belloccia di turno per poi essere cazziato dalla responsabile della sicurezza, una specie di terminator in mascherina e ciabatte armata di alcol spray che lo obbliga a spostare nuovamente il lettino, al ragazzetto annoiato che improvvisa “il morto” con faccia in giù nella vasca idromassaggio momentaneamente spenta.
La maggior parte degli utenti sgomita per il vascone centrale, quello, per capirci, con fontane e vari giochi d’acqua abilmente ostacolati dal forbone di turno che prova a sedersi sulle bolle. Di solito fallisce.
Per fare le cose fatte bene e ispirata dalla mia amica geniale Stefania, mi sono prenotata un massaggio da 50 minuti, con tal Vittorio, simpatico signore di mezza età che mi ha raccontato tutti i fatti suoi. Da reporter per Ambrogio Fogar a libero professionista, separato da 10 anni, con figlio 17enne provetto boxeur. Venerdì prossimo, mi dice, andrà per boschi a cogliere il ginepro e tra qualche settimana, partirà col figlio per una vacanza itinerante da nord a sud dell’Italia con tanto di tenda.
Magari l’anno prossimo convinco il Poser ad armasi di tenda e partiamo anche noi all’avventura, Joy dice che viene ma niente nudismo, sarebbe troppo imbarazzante.
Dopo il massaggio apprendo che la struttura non offre alcuno snack compreso nel biglietto, nemmeno il montarozzo di mele che aveva malamente rimpiazzato il buffet luculliano dei primi tempi. Agli ospiti viene somministrata solo una timida tisana rossa, dal gusto insignificante e rigorosamente senza zucchero.
Tra le signore svaccate sul lettino scatta inesorabile la caccia al bicchierino di carta: io stessa ho fatto opera di 007 per arrivare al punto relax dove, accanto ai bagni e ben nascosto, c’è uno spillatore di tisana light.
Uscita col trofeo, una signora mi ha subito chiesto dove l’avessi preso: ho dato direttive precise per evitarle di mimetizzarsi tra i cespugli, ho visto che stava già intrecciando rametti con piccole foglie.
Una volta a casa la Piccolina e il Poser sono andati a pattinare sul ghiaccio a Dolonne mentre la sottoscritta, la Bertux e Joy si sono dati alla passeggiata in paese.
Serata svacco per prepararci alla salita di domani: se il tempo tiene, si va al Bonatti.
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