mercoledì 24 luglio 2019

La Maestosa

Partenza sprintosa questa mattina per aggredire le cascate di Riva: la Piccolina ha capito che prima partiamo prima torniamo in albergo, cioè in piscina, il Poser invece vuole tornare entro le 17 perché a quell’ora smettono di servire la merenda che per lui si traduce in formaggi e mostarde. La Bertux e la sottoscritta non hanno grandi opinioni in merito, l’importante è tornare a casa.
Arrivo a Campo Tures dopo una mezz’ora di macchina, “sarebbe la metà”, precisa il Poser, “se non ci fosse il limite dei 60”, ma vuoi mettere goderti montagne, mucche e trattori a quella velocità?
Lasciata l’auto nel posteggio, siamo partiti alla volta della prima tappa dell’escursione, il castello di Taufers 

che, per i motivi sopra citati, abbiamo preferito vederlo da fuori. 
Dopodiché, la guida diceva di prendere un pezzo di sentiero, tagliare per i prati, risalire un po’ ma non troppo e poi scendere fino a trovare l’albergo Toblhof. Sali, scendi, fai una giravolta, falla un’altra volta e ci siamo ritrovati a fondovalle nel percorso salutistico con i bagni alle braccia - tecnica micidiale de LaMonica - percorso di Kneipp

ma dell’albergo e soprattutto delle cascate, manco l’ombra. Il Poser ha poi confessato che ha preferito seguire il sentiero “A2 - cascate di Riva” piuttosto che leggere le indicazioni della guida: il sentiero però portava allegramente nel posteggio per i pullman dei merenderos, quelli che avevano saltato albergo e castello, in vista del bar sotto i pini e della salamella sopra al tavolo, prima di salire per 30, ben 30 minuti lungo il sentiero di San Francesco, quello, per capirci, che porta alle cascate di Riva.
Stanchi ma ormai determinati a raggiungere la meta, siamo saliti alla prima cascata, 

dove la Piccolina ha dato forfait, forse sperando di unirsi agli altri merenderos. Con il Poser e la Piccolina in pausa sotto ai pini, la Bertux e la sottoscritta hanno proseguito verso la cascata numero 2, 

e poi, per soli 10 minuti aggiuntivi e qualche metro di dislivello, siamo arrivate alla terza, che la guida descrive come “maestosa”. 

A questo giro non potevamo che non essere d’accordo, la terza cascata lasciava senza fiato. E visto che c’erano spruzzi d’acqua come in una doccia, con la Bertux non abbiamo perso l’occasione di fotografarci in posa plastica. 

E proprio sotto la maestosa a conferma della strada cannata, abbiamo trovato l’indicazione che segnava l’hotel Toblhof a soli 10 minuti di cammino, ovviamente nella direzione opposta.

Facciamo così, la prossima volta la guida la teniamo noi.
Ritorno al parcheggio con rischio di allungare la tratta di 12km sulla statale, e assalto alla macchina che segnava 38 gradi. In pratica come stare a Casale Monferrato in pausa pranzo, con la differenza che qui, i parrucchieri si sono fermati al ‘75, basetta più, basetta meno.

Rientro trionfale in hotel col Poser immerso nei formaggi e mostarda per poi tornare alla skypool, tappa ormai consolidata nella routine quotidiana.
Cena in albergo con le ragazze e il Poser entusiasti per il buffet di dolci: peccato che i nostri vicini di tavolo festeggiassero gli anni e, in un impeto di generosità, ci abbiano ricoperto di fette di torta alla panna e frutti di bosco. Il Poser, per non essere scortese, si è finito le torte di tutti, tanto domani, alla merenda che termina alle 17 i dolci del buffet ci sono di sicuro. Per consolarsi ha chiesto una foto artistica con sfondo speck. Accontentato!



Programma per domani ancora incerto per via del meteo: se bello, escursione, se brutto, gita a Bressanone.

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