mercoledì 19 luglio 2017

Il volo di Gianni Morandi


Siamo partiti questa mattina da Genova in formazione 4x4, Poser, Bertux, Piccolina e io. Nella borsa della Piccolina faceva bella mostra di sè una mini collezione di squishy, 2 Barbie e la bambola Beatrice, ribattezzata per oscure ragioni "Gianni Morandi". 



La hostess di Volotea non ha fatto una piega quando le abbiamo spiegato il cambio di identità di Beatrice, deduco che siano ormai abituate a tutto.
Dopo un volo tecnicamente perfetto e l'amara scoperta di essere l'unica su 4, su 5 se includiamo Gianni Morandi, a voler sapere quale parte dell'Italia stessimo sorvolando, siamo atterrati a Brindisi. All'aeroporto ci attendeva l'amico Sandrino, re del panino e affini:


cornetto, muffin e tortina cioccolato per tutti, praticamente bruciati all'istante tutti i buoni propositi. Temo il rientro in palestra, e siamo solo al giorno 1.
Il ritiro della macchina è avvenuto in tipico stile merenderos: tutte le compagnie (hertz etc..) sono comode a 100 metri dagli arrivi. Noi con soluzione low cost siamo stati prelevati da una navetta no logo e portati nel mezzo del nulla dove oltre al noleggio si producevano marmi e statue. 
Il fatto che ci fosse anche una Madonnina faceva ben sperare in un miracolo. Nel dubbio, ho inviato una richiesta preventiva.


Affittata l'auto a condizioni assurde ci siamo diretti alla volta di Carovigno, piccolo paese vicino a Brindisi, dove il Poser ha sfoderato tutto il suo fascino con la signora Maria


che, ramazza alla mano e parlantina veloce, gli ha raccontato che qui è tranquillo, ci sono pure le telecamere ma meglio posteggiare un metro più su perché così si lascia spazio all'auto del figlio. 
Affare fatto. E con un ultimo colpo di ramazza ci ha salutato allegramente.
La nostra casa di Carovigno è esattamente come l'abbiamo vista su internet, nuova di pacca, con lucine e suppellettili made in ikea.
Dopo dieci minuti, due valigie e due bambine, la casa aveva già quel non so che di vissuto, quello che i profani chiamano "un discreto casino", quel casino vacanziero che ti fa chiudere la porta e andare alla ricerca di cibo.
A Carovigno, nell'ora di punta, mangiano tutti. A casa loro però. 


Così dopo aver girovagato per strade deserte e assolate, abbiamo trovato rifugio e ristoro in una trattoria carinissima, "Il Vicolo", colori stile Santorini ma orecchiette doc.


Alle 16 rotolavamo via verso casa.
Pomeriggio di commissioni classiche - supermercato, corso base di orientamento - con altra conferma di essere l'unica su 4 a cui piace l'anguria, a questo giro Ganni Morandi non si è espresso.
Ma io ho avuto la mia baby pateca, la Bertux le ha dato dignità disegnandole gli occhi. La chiameremo Wilson.


Cena in casa e poi giretto in centro.
Domani Ostuni, mare e città.
Stay tuned.






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