sabato 23 luglio 2016

Il gioco delle sfide

Partenza lentissima questa mattina, con la Bertux ancora brasata per lo sbarluccico del grand hotel di Sorrento.


Ma dopo 200 "svegliati!", un paio di "uelaaaa" e urlo finale, sono riuscita a farla alzare dal letto per questa ultima giornata napoletana.
Dopo la colazione pacco da caffè Roma - non andateci!!! Hanno cannato 2 ordinazioni su 4 (aspetta che ti becchi su tripadvisor tu, il tuo cappuccino freddo - ma quando mai? - e vedrai come gli ordini li capisci al volo) e contentino da Augustus con bignè al cioccolato per la Bertux e "cappuccino come si deve" per me, ci siamo incamminate verso la santità. Meta il Cristo velato, passando per la chiesa del Gesù Nuovo e Santa Chiara.
La piazza del Gesù Nuovo è un esempio di duello all'ultima chiesa: sulla sinistra Gesù Nuovo, sulla destra Santa Chiara.
Essendo ovviamente di parte, sono andata prima a spiare la concorrenza. 
La chiesa del Gesù Nuovo è quello che un architetto moderno chiamerebbe "altra destinazione d'uso". Questo edificio infatti non è nato come chiesa, ma come residenza della famiglia Sanseverino.


Ultimato nel 1470 per volere di Roberto, il palazzo era un ritrovo di letterati e intellettuali finché, per scongiurare l'inquisizione spagnola, i Sanseverino si unirono all'opposizione popolare, per poi ahimè subire la vendetta degli spagnoli con conseguente confisca dei beni, tra cui il palazzo. Ne approfittarono i gesuiti che, per contrastare le clarisse presenti sul campo dal 1300, trasformarono l'interno dell'edificio in una chiesa. L'idea di base era buona e i padri partirono con le migliori intenzioni: via le stanze sfarzose, via i giardini, ma poi, visto che le clarisse si erano date al gotico, temettero una sconfitta bruciante e puntarono tutto sul barocco, riempiendo la chiesa di cappelle, foglie d'oro e affreschi. I padri vinsero pesantemente:
Gesuiti 1 clarisse 0.



All'interno della chiesa, una cappella è dedicata a Giuseppe Moscati. Di lui abbiamo appreso che era un medico e un discreto secchione, vista la pagella esposta nella teca: tutti nove e dieci, perfino in greco!


Abbiamo inoltre appreso che era sempre in prima linea a curare gli "incurabili" usando i soldi dei clienti abbienti per aiutare i disagiati. Celebre il suo motto, che ci ha molto colpito: "chi ha, metta, chi non ha, prenda"


Temo che oggi si prenderebbero anche il cappello.
I gesuiti però, determinati a schiacciare le clarisse, non solo si sono giocati la carta di Moscati ma hanno deciso di esporre una bomba inesplosa lanciata sulla chiesa durante la seconda guerra mondiale.
Andiamo padri, così giocate sporco! È palese: ci avete copiato! E poi questa bomba proprio inesplosa non sembra, non vi bastava il barocco per umiliare le suorine?


Dopo aver abbandonato la concorrenza con la speranza di vedere la rimonta delle clarisse, abbiamo dovuto constatare che i ragazzi hanno letteralmente massacrato le ragazze.


Le navate sono di recente ristrutturazione, solo l'altare conserva l'impronta del periodo.


La rigidità della linea e la totale assenza di decori, invitano chi entra alla meditazione e alla preghiera, però il barocco dei gesuiti toglie il fiato.
Rassegnate, abbiamo abbandonato il campo, la squadra di mamma ha perso.
Proseguendo oltre la chiesa di Santa Chiara, si arriva a San Severo, chiesa sconsacrata adibita a museo, dove è conservata la statua del Cristo velato. 
Realizzata da Sanmartino sul finire del 1700, mostra un Cristo adagiato su di un materasso e completamente coperto da un velo.
Visto il divieto di fotografare l'opera, ho deciso di inserire una foto presa da internet.


La statua è situata all'ingresso del museo ma noi non siamo riuscite a vedere altro: troppo caldo per la Bertux, si è reso necessario un rientro in albergo.
Rimessa in piedi la Bertux e riparata la valigia con i punti della spillatrice (si è rotta solo vedendo quello che siamo riuscite a comprare) siamo andate alla ricerca di un posto dove mangiare. Dopo aver scartato pizza, pizza fritta, pizza e pasta, siamo tragicamente finite al burger king. A lei è tornato il sorriso davanti 
al chicken royale, ovviamente senza salse e senza insalata.


Io ho ancora più tristemente ripiegato sull'insalata triste.
Un pianto.
La seconda parte del pomeriggio è scivolata tra i negozi di via Roma, un palese attentato alla mia prossima quattordicesima.
La Bertux ha tentato prima il colpo del "guardo solo" per poi giocarsi un "pago con i miei soldi" e finire con l'occhio supplichevole. Ammetto di aver ceduto, ma con discreta moderazione.
C'era anche una tremenda camicia con le scimmie: tranquillo Poser, l'abbiamo lasciata lì, anche se...


Ultima missione del nostro soggiorno prevedeva la cena vicina all'hotel: a questo giro abbiamo fatto rotta verso via Medina alla ricerca di un locale che avevamo notato qualche giorno fa. Locale trovato, purtroppo chiuso. E mentre stavamo facendo rotta verso l'hotel per tornare a via Roma ci siamo trovate nella lotta dei Medina. Dopo gesuiti vs clarisse, stasera è stata la volta della trattoria Medina vs trattoria pizzeria Fratelli. Se gli avventori arrivano dal porto è la trattoria Medina ad avere il vantaggio, altrimenti vince i Fratelli. 



Ma i Fratelli giocano sporco e braccano i clienti prima che arrivino alla Medina, comprese noi.
Senza quasi capire cosa stesse succedendo, ci siamo trovate con la sedia sotto il sedere e il tovagliolo al collo: "ordinate pure, signò". Fatto: i Fratelli vincono su Medina 1-0. 
La Bertux presa dall'onda dell'entusiasmo, si è fatta tentare dalla pizza, 


io ho continuato l'ondata triste del pranzo con del riso in bianco. Sì lo so.
Per smaltire la pizza (lei) e per non andare subito in hotel, abbiamo fatto un giro in piazza del Municipio, 


con un ultimo sguardo al Maschio Angioino


E dopo essere tornate in hotel, la Bertux mi ha fatto sapere di avere ancora fame. Così ci siamo rivestite e siamo tornate in piazza municipio dove ha avuto il coraggio di mangiare lo "scugnizzo": pasta della pizza fritta con colata lavica di Nutella, praticamente una gognata take away.
Dopo questo, potrà sfidare il protagonista di man vs food, con qualche possibilità di vincere.
Domani si ritorna a Genova per proseguire con la seconda parte della vacanza. Raggiungeremo il Poser e la Piccolina in montagna, ma non prima di aver recuperato la Lara ad Alessandria. Il Poser avrà a che fare con tre donne su due zampe e una su quattro. Sarà una vacanza memorabile! 






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