sabato 30 luglio 2016

La piantagione di gnocchi

A chi pensa che la giornata relax sia stare distesi all'ombra di una palma sorseggiando succo di ananas o a contemplare le cime dei monti sdraiato su di un prato, chiedo cortesemente di riformulare il pensiero.
Quella che doveva essere una giornata di svacco selvaggio passando da parco giochi al bar al parco giochi, si è trasformata in un'altra avventura.
Partenza con la solita calma, cafferino al Brucaliffo (siamo di casa) e via verso l'attacco della seggiovia del Rosso alla ricerca di "mertilli" come dice la Piccolina.
Proprio accanto alla seggiovia c'è un sentiero ricco di cespugli di mirtilli e le bambine si sono lanciate al setaccio delle bacche armate di contenitore di tupperware e scottex. 


Il Poser, invece, ha tentato una ricerca di funghi mentre la Lara sperava di trovare qualche carogna su cui strofinarsi. 
Il sentiero è quasi totalmente in ombra e si snoda attraverso un bosco di abeti bianchi che a noi sembravano verdi come gli altri.


La ricerca di mirtilli si è rivelata subito molto fruttuosa (eh eh) mentre il Poser ha tenuto una master class su porcini, falsi porcini, loffe e gallette, per poi lasciare tutto lì perché o troppo piccoli o non commestibili o "sai che sbatta pulirli tutti?" 
Pranzo in casa per far fuori quello che avevamo nel frigo e poi svacco per la Piccolina e compiti per la Bertux.
Come ha finito i compiti siamo usciti in direzione parco giochi.


Serata dalla Cinzia dove, pare, si mangi la pizza più buona di Prato. La pizza è buona ma noi abbiamo inanellato una serie di figure da merenderos tra la Piccolina che mangiava gli gnocchi con il mestolo di portata, la Lara che mendicava da sotto il tavolo e la Bertux che tentava la cattura dei Pokemon.
 

Usciti abbiamo fatto la strada lunga per smaltire la pizza della Cinzia per ahimè constatare che qualcuno aveva preso i funghi del Poser.


La Lara dice che tutto sommato meglio così, a lei i funghi non piacciono, meglio il bordo della pizza!





venerdì 29 luglio 2016

L'avventura del Balma

Il Poser lo aveva detto che non avrebbe sentito ragioni e sarebbe passato sopra le gambe cedenti, la Bertux zoppicante e i piedi malefici: prima della fine della vacanza ci avrebbe portati sul Balma.
Questa mattina, dopo una colazione a base di Nutella, latte, nutella, ciambellone, Nutella, biscotti, Nutella, the e giusto un cucchiaino di Nutella, siamo partiti alla volta del Balma. Partenza facilitata in macchina, posteggiata in prossimità dell'anello di fondo, e poi via verso il sentiero.
Il tempo non era dei migliori, un po' di nebbia avvolgeva la vetta ma, la signora della pizza al metro, a cui ormai diamo del tu, ci ha assicurato che si trattava solo di calore che viene dal basso. Uscendo mi ha fatto l'occhiolino, avesse mai detto che era tappato fino in cima, il Poser l'avrebbe presa malissimo.


In effetti il calore che viene dal basso ci ha accompagnato per tutta la salita insieme ai vari "ho una fame da lupo" dopo 35 minuti di cammino (e pausa pranzo sul blocco di cemento)


"guarda che bei fiori, belle farfalle, bei sassi, bell'erba, bel ragno.." "Sono stanca, ho un po' nausea etc etc".
Il Poser, lanciato nella missione Balma, non ha mai dato segni di cedimento, adottando varie tecniche di persuasione tipo "l'artiglio che becca" per poi cedere caricandosi la Piccolina in spalla.


Ma alla fine, siamo giunti alla meta.


La Piccolina voleva la polenta ma il Poser ha optato per una barretta kinder e due caramelle di gelatina. E dopo due giri sull'altalena, ha fatto pace col mondo.
In confronto alla salita, la discesa è stata un gioco da ragazzi, la Lara ha passato tutto il tempo ad andare avanti e indietro e a puntare le marmotte nella direzione sbagliata: neanche i fischi l'hanno aiutata a capire dove fossero. Deve rassegnarsi al ruolo di "cane da appartamento" e godere della compagnia dei merenderos.
Così è la vita, cara Lara.
Dopo aver conquistato la macchina, abbiamo puntato direttamente al parco giochi. E mentre le bambine contrattavano carrucola e tappeto elastico, il Poser ha finito la focaccia del pranzo ma quando ha tirato fuori il salamino, ha dovuto condividerlo con le bimbe. 


La prossima volta dovrà agire in modo più scaltro e nascondere il salame nella focaccia.
Serata tranquilla tra pasta con sugo e polpettine della Nonna Lu e vellutata di verdure del Crai. Domani il Poser ha lanciato la "giornata relax" ma la Lara dice che, se la riportiamo dalle marmotte, cercherà di guardare nella direzione giusta.



giovedì 28 luglio 2016

Cuneesi da asporto

Questa mattina il gruppo si è diviso in due squadre: Poser e Piccolina, squadra parco giochi, io e Bertux squadra "devo finire i compiti".
E mentre la Piccolina si batteva come una tigre per il dominio della carrucola, la Bertux trascinava la colazione per iniziare i compiti il più tardi possibile 


cosa, per altro, che le viene benissimo, più o meno dalla terza elementare.
Pranzo a casa, anche per la Lara, e poi tutti in gita a Cuneo per testare in piano la gamba della Bertux che ieri le dava fastidio. È bastato sillabare la parola shopping per notare un discreto miglioramento già nella seconda fase della mattinata. Alle 14 era praticamente una miracolata.
Partiti da Prato con 20 gradi canotta e felpa, siamo arrivati a piazza Galimberti con 30 gradi, senza canotta e con la felpa ben imboscata nel bagagliaio.
Il tentativo di base era quello di visitare la città partendo dalla chiesa di Santa Maria del Bosco, ma la Bertux e la Piccolina, strette in un patto di solida alleanza, hanno letteralmente setacciato il lato destro di via Roma, infestato, ahimè, di negozi e negozietti.


E così, driblando tra un'edicola con le bustine, un negozio con gli zaini eastpack e parando magistralmente un'entrata da Zara, siamo giunti all'ingresso del municipio, palazzo costruito dai gesuiti (toh! Chi si rivede) 


nel XVII secolo con un bellissimo cortile che ospita la riproduzione in rame della Ceirano 1903, opera di Ferrero. A me sembrava Lizzie di Cars, ma visto l'entusiasmo del Poser che mi faceva notare come fosse simile il modello all'originale, ho evitato il commento.



Andiamo Poser, sono uguali!!
Risalita di via Roma dal lato sinistro con la messa in pratica del complotto delle pesti e rovinoso acquisto di salsicciottone a righe gialle e rosse, che la Piccolina ha tentato di usare come testa di ariete tra i portici.


Bloccata con sequestro di salsiccia.


Chiusura della visita alla città con la cattedrale, l'interno barocco


Mentre l'ingresso presenta 4 colonne corinzie, frutto di una rivisitazione della facciata verso la fine del 1800, perché l'originale non era ritenuta in linea con lo stile della città. 


Così il povero architetto Bono ci ha dovuto mettere una pezza, e nel dubbio, ci ha piazzato le colonne che stanno bene con tutto, un po' come il nero.
Chiusura di serata con spesa al super, la Lara ci ha aspettato in macchina: con tutti i piccioni che ha tentato di cacciare a Cuneo, per lei questa è stata una gita davvero impegnativa.
Dalla cuccia mi fa sapere che domani viene lo stesso con noi.

mercoledì 27 luglio 2016

La (parziale) rivincita dei merenderos

Partenza lenta e gagliarda questa mattina, con lezioni di fionda dal balcone. Ora ho capito perché il Poser spesso gira con le tasche piene di sassi... Tira con la fionda, non è un fan di Jovanotti!!!


Terminata l'esercitazione, siamo partiti alla volta del monte Moro, con tappa intermedia da "pizza al metro" utile per prepararci spiritualmente alla salita. È scientificamente provato che la focaccia con le cipolle, il polpettone e la pizza margherita siano in grado di rinfrancate corpo e mente e offrire spunti per la risoluzione di grandi problemi, soprattutto quando la pancia da vuota diventa piena.
E infatti, dopo circa mezz'ora di cammino, la Bertux e la Piccolina hanno sentito il richiamo della pizza e ci siamo fermati a mangiare nella palestra di roccia. 


39 tiri, dal 4b al 7c, che abbiamo ammirato tra un morso al pomodoro e un sorso di the freddo al limone, comodamente piazzati sul tavolo da pic nic 


a cui la Lara girava intorno nella speranzosa attesa che qualcosa le arrivasse direttamente in bocca.


Ripartiti con la pancia piena, ci siamo diretti alla baita delle stelle, un rifugio che si trova in fondo alla passeggiata. La salita al monte Moro non presenta grandi dislivelli e attraversa un bellissimo bosco di pini e abeti. La scelta è stata una mossa tattica per arginare chi, ieri, si lamentava del caldo, un po' meno per chi si aggrappava alla stanchezza, nessun problema invece per la Lara, che ha tenuto botta lungo tutto il percorso, dando prova di grande abilità di scalatrice.





Arrivati alla baita, l'abbiamo trovata chiusa, nonostante il cartello che offriva sconti a biker e climber. Vuoi vedere che ci hanno sgamato da lontano e han chiuso prima che arrivassimo?
Discesa lenta, frenata da una Bertux zoppicante, una Lara impegnata a scrutare lo strapiombo del bosco e un Poser che si giostrava tra la Piccolina e lo zaino.
Seconda metà del pomeriggio in casa a fare i compiti, animati da un acceso dibattito sul Piccolo Principe, 


e a colorare principesse, la Lara ha recuperato le fatiche nella sua cuccia.
Serata in pizzeria con doppio omaggio artistico: la Bertux si è ispirata all'opera visto che i nonni sono a Verona a vedere la Turandot, 


mentre la Piccolina si è chiaramente ispirata a Kandinsky, 


noi merenderos amiamo la pizzart.
All'uscita ci attendeva un tramonto stupendo, degna conclusione di questa giornata.


Domani, esattamente come oggi, decideremo la meta in base al meteo.
La Lara ci fa sapere che a lei va bene tutto.


martedì 26 luglio 2016

Piedi malefici


Ci sono bambini geneticamente programmati per scalare le vette, aggredire la roccia, nuotare per ore e ore.
Poi ci sono i merenderos.
Temo che noi apparteniamo alla seconda squadra, quella, per capirci, che parte motivata ma dopo 10 minuti di cammino inneggia al plaid comodamente adagiato davanti al parco giochi.
Dopo un giorno e mezzo tra viaggio di ritorno, saluto ai nonni, disfa e rifai la valigia, la Bertux, la Lara e io siamo giunte a Prato Nevoso, in visita al Poser e alla Piccolina.
Il posto è splendido ed è il paradiso dei bambini: parco giochi, mtb, cavalli e carrucole (quelle sbaragliano i pony 4-0) mentre per i grandi tennis, golf e downhill. E la focaccia. Sotto i portici il forno di Caterina lavora duro per ripristinare le calorie perse durante le salite con focacce brioches e affini. Il paradiso dei golosi.
Da bravi merenderos siamo partiti questa mattina alla volta del rifugio Balma. Zaini in spalla, acqua, viveri e ciotola per la Lara, non ci mancava nulla per raggiungere la meta. 


Dopo esattamente 7 minuti e mezzo di cammino la Bertux ha cominciato a millantare il mal di testa mentre la Piccolina aveva caldo, così abbiamo deciso di fermarci un pochino al parco giochi. Tappa intermedia, ha detto il Poser. 


Ma... La tappa intermedia è diventata la meta finale della mattina: gli altri merenderos ci hanno accolto con la ola.
Sono convinta che il parco giochi abbia qualcosa di miracoloso: dopo aver saltato sulla ruota, la carrucola e l'altalena, mal di testa e stanchezza erano scomparsi, sarà il potere dello scivolo.
Pranzo al sacco con vista sulle altalene e visita veloce alla panchina dei sogni.


Poi dritti verso le grotte di Bossea. La tratta da Prato è brevissima, una mezz'ora in macchina. La Lara non poteva partecipare all'escursione, per cui è rimasta a fare la guardia alla casa, comodamente piazzata nella sua cuccia.
A me e alla Bertux le grotte piacciono moltissimo: nelle nostre gite vengono esattamente dopo il museo naturale e prima del burger king, un giusto compromesso tra natura, cultura e trash.
Quelle di Bossea sono davvero spettacolari, le camere sono molto grandi, stalattiti e stalagmiti creano forme affascinanti, angoli misteriosi e personaggi buffi. 



La nostra guida, con una cantilena da poesia di Natale delle elementari, ci ha mostrato Babbo Natale


La donna di pietra


Le suore e Buddha (par condicio religiosa)


E il razzo pronto al decollo. 


Su quest'ultimo si sono aperte altre interpretazioni ma noi restiamo fedeli a quella della guida.
Ci abbiamo ragionato lungo i 1300 scalini e i 2km che abbiamo percorso per visitare le grotte e colmare il dislivello di 120m che le caratterizza.
Unica nota dolente il piede d'atleta del turista davanti a noi: oltre i 1300 scalini, la vera fatica è stata lasciarlo in coda alla fila o, perlomeno, dietro di noi.


L'interno della grotta ospita anche una mostra di arte contemporanea- noi abbiamo scelto quest'opera intitolandola "cozze appese" in omaggio al mare -




e una teca con uno scheletro d'orso.



La guida ci ha spiegato che quello che vedevamo era uno scheletro ricostruito con tutti i pezzi ritrovati, una specie di bricolage di orso.
Il risultato però era impressionante.
Al ritorno a casa, la Lara ci ha accolto con baci e salti, in effetti era l'ora della pappa!
Domani meta da definire in relazione al meteo, ma si spera senza piedi malefici.





sabato 23 luglio 2016

Il gioco delle sfide

Partenza lentissima questa mattina, con la Bertux ancora brasata per lo sbarluccico del grand hotel di Sorrento.


Ma dopo 200 "svegliati!", un paio di "uelaaaa" e urlo finale, sono riuscita a farla alzare dal letto per questa ultima giornata napoletana.
Dopo la colazione pacco da caffè Roma - non andateci!!! Hanno cannato 2 ordinazioni su 4 (aspetta che ti becchi su tripadvisor tu, il tuo cappuccino freddo - ma quando mai? - e vedrai come gli ordini li capisci al volo) e contentino da Augustus con bignè al cioccolato per la Bertux e "cappuccino come si deve" per me, ci siamo incamminate verso la santità. Meta il Cristo velato, passando per la chiesa del Gesù Nuovo e Santa Chiara.
La piazza del Gesù Nuovo è un esempio di duello all'ultima chiesa: sulla sinistra Gesù Nuovo, sulla destra Santa Chiara.
Essendo ovviamente di parte, sono andata prima a spiare la concorrenza. 
La chiesa del Gesù Nuovo è quello che un architetto moderno chiamerebbe "altra destinazione d'uso". Questo edificio infatti non è nato come chiesa, ma come residenza della famiglia Sanseverino.


Ultimato nel 1470 per volere di Roberto, il palazzo era un ritrovo di letterati e intellettuali finché, per scongiurare l'inquisizione spagnola, i Sanseverino si unirono all'opposizione popolare, per poi ahimè subire la vendetta degli spagnoli con conseguente confisca dei beni, tra cui il palazzo. Ne approfittarono i gesuiti che, per contrastare le clarisse presenti sul campo dal 1300, trasformarono l'interno dell'edificio in una chiesa. L'idea di base era buona e i padri partirono con le migliori intenzioni: via le stanze sfarzose, via i giardini, ma poi, visto che le clarisse si erano date al gotico, temettero una sconfitta bruciante e puntarono tutto sul barocco, riempiendo la chiesa di cappelle, foglie d'oro e affreschi. I padri vinsero pesantemente:
Gesuiti 1 clarisse 0.



All'interno della chiesa, una cappella è dedicata a Giuseppe Moscati. Di lui abbiamo appreso che era un medico e un discreto secchione, vista la pagella esposta nella teca: tutti nove e dieci, perfino in greco!


Abbiamo inoltre appreso che era sempre in prima linea a curare gli "incurabili" usando i soldi dei clienti abbienti per aiutare i disagiati. Celebre il suo motto, che ci ha molto colpito: "chi ha, metta, chi non ha, prenda"


Temo che oggi si prenderebbero anche il cappello.
I gesuiti però, determinati a schiacciare le clarisse, non solo si sono giocati la carta di Moscati ma hanno deciso di esporre una bomba inesplosa lanciata sulla chiesa durante la seconda guerra mondiale.
Andiamo padri, così giocate sporco! È palese: ci avete copiato! E poi questa bomba proprio inesplosa non sembra, non vi bastava il barocco per umiliare le suorine?


Dopo aver abbandonato la concorrenza con la speranza di vedere la rimonta delle clarisse, abbiamo dovuto constatare che i ragazzi hanno letteralmente massacrato le ragazze.


Le navate sono di recente ristrutturazione, solo l'altare conserva l'impronta del periodo.


La rigidità della linea e la totale assenza di decori, invitano chi entra alla meditazione e alla preghiera, però il barocco dei gesuiti toglie il fiato.
Rassegnate, abbiamo abbandonato il campo, la squadra di mamma ha perso.
Proseguendo oltre la chiesa di Santa Chiara, si arriva a San Severo, chiesa sconsacrata adibita a museo, dove è conservata la statua del Cristo velato. 
Realizzata da Sanmartino sul finire del 1700, mostra un Cristo adagiato su di un materasso e completamente coperto da un velo.
Visto il divieto di fotografare l'opera, ho deciso di inserire una foto presa da internet.


La statua è situata all'ingresso del museo ma noi non siamo riuscite a vedere altro: troppo caldo per la Bertux, si è reso necessario un rientro in albergo.
Rimessa in piedi la Bertux e riparata la valigia con i punti della spillatrice (si è rotta solo vedendo quello che siamo riuscite a comprare) siamo andate alla ricerca di un posto dove mangiare. Dopo aver scartato pizza, pizza fritta, pizza e pasta, siamo tragicamente finite al burger king. A lei è tornato il sorriso davanti 
al chicken royale, ovviamente senza salse e senza insalata.


Io ho ancora più tristemente ripiegato sull'insalata triste.
Un pianto.
La seconda parte del pomeriggio è scivolata tra i negozi di via Roma, un palese attentato alla mia prossima quattordicesima.
La Bertux ha tentato prima il colpo del "guardo solo" per poi giocarsi un "pago con i miei soldi" e finire con l'occhio supplichevole. Ammetto di aver ceduto, ma con discreta moderazione.
C'era anche una tremenda camicia con le scimmie: tranquillo Poser, l'abbiamo lasciata lì, anche se...


Ultima missione del nostro soggiorno prevedeva la cena vicina all'hotel: a questo giro abbiamo fatto rotta verso via Medina alla ricerca di un locale che avevamo notato qualche giorno fa. Locale trovato, purtroppo chiuso. E mentre stavamo facendo rotta verso l'hotel per tornare a via Roma ci siamo trovate nella lotta dei Medina. Dopo gesuiti vs clarisse, stasera è stata la volta della trattoria Medina vs trattoria pizzeria Fratelli. Se gli avventori arrivano dal porto è la trattoria Medina ad avere il vantaggio, altrimenti vince i Fratelli. 



Ma i Fratelli giocano sporco e braccano i clienti prima che arrivino alla Medina, comprese noi.
Senza quasi capire cosa stesse succedendo, ci siamo trovate con la sedia sotto il sedere e il tovagliolo al collo: "ordinate pure, signò". Fatto: i Fratelli vincono su Medina 1-0. 
La Bertux presa dall'onda dell'entusiasmo, si è fatta tentare dalla pizza, 


io ho continuato l'ondata triste del pranzo con del riso in bianco. Sì lo so.
Per smaltire la pizza (lei) e per non andare subito in hotel, abbiamo fatto un giro in piazza del Municipio, 


con un ultimo sguardo al Maschio Angioino


E dopo essere tornate in hotel, la Bertux mi ha fatto sapere di avere ancora fame. Così ci siamo rivestite e siamo tornate in piazza municipio dove ha avuto il coraggio di mangiare lo "scugnizzo": pasta della pizza fritta con colata lavica di Nutella, praticamente una gognata take away.
Dopo questo, potrà sfidare il protagonista di man vs food, con qualche possibilità di vincere.
Domani si ritorna a Genova per proseguire con la seconda parte della vacanza. Raggiungeremo il Poser e la Piccolina in montagna, ma non prima di aver recuperato la Lara ad Alessandria. Il Poser avrà a che fare con tre donne su due zampe e una su quattro. Sarà una vacanza memorabile!