lunedì 27 luglio 2015

La vita senza i jelly beans

Siamo partite questa mattina col treno da Trento in direzione Innsbruck. Viaggio surreale, perfetto esempio di disorganizzazione italo - austriaca: posti liberi assegnati a caso con annesse liti in italiano, inglese e tedesco, controllore vestito da Mr Bean che parla come papa Ratzinger  e cerca di placare gli animi, polizia che scorta in coda al treno "persone indesiderate", ragazzotti col naso a patata che cercano di soffiarti il posto (regolarmente prenotato) se ti alzi un attimo per andare al bagno. Una giungla su rotaie.
La Bertux e io ci siam messe il velcro sui jeans e siamo rimaste incollate ai sedili presidiando la postazione.
Ragazzotti dal naso a patata volete mica rubare a casa dei ladri?

Arrivate a Innsbruck abbiamo subito fatto i conti con una receptionist simpatica come un calcio in faccia. Grazie a un disguido con booking.com ci troviamo un extra charge di 25€ al giorno, x3 sono 75€. Ok non è colpa nostra nè dell'hotel, ma per 25€ The Penz hotel ha fatto una gran brutta figura. Insomma markettari austriaci, ma dove avete studiato?!? 
Pranzo in quella che è l'attrazione numero uno per la Bertux: la shopping arcade attaccata all'hotel. Questo su booking non era segnalato, è praticamente un ammutinamento. Dopo un pranzo a base di zuppa di verdura io (paese che vai...) e toast lei (paese da cui vieni...) abbiamo fatto un giro da Müller, l'equivalente austriaco di Boots. 2 cose abbiamo notato: qui le donne non amano lo scrub ma i sali da bagno sono una cosa seria, molto, molto seria. Li trovi in tutte le versioni possibili e immaginabili, in bustine o in barattolo. E mentre facevamo queste riflessioni abbiamo notato che, probabilmente, quando fanno il bagno coi sali, si mangiano i jelly beans. Jelly beans ovunque, in mille gusti diversi! Li abbiamo comprati tutti! 


Un'altra cosa che a Innsbruck prendono sul serio è lo sbarluccico. Primo esempio, il Tettuccio d'oro, voluto da Federico IV d'Asburgo verso la fine del 1400 e "ritoccato" da Massimiliano I d'Asburgo che fece aggiungere il balcone (erker) e il tetto d'oro.


Nei secoli, il tettuccio è diventato il simbolo della città. Diciamocelo, i tetti qui piacciono, quasi come lo sbarluccico. Piacciono talmente tanto che li mettono sopra le panchine.


ma il brillio resta sempre il top. Dimostrazione ne è il negozio Swarovski, tutto un luccichio e letteralmente assalito da orde asiatiche che acquistano qualsiasi cosa, fino 


ai negozi di Pandora, gioiellerie e affini. Il centro è purtroppo un enorme centro commerciale, e visto che i negozi chiudono alle 18:30 e si cena dalle 18 in poi, è tutto un compra compra - mangia mangia. 
Ed è un vero peccato perché palazzi bellissimi come questo



Finiscono per ospitare centri come questo


Ma noi, per darci un tono culturale siamo salite sulla torre civica, una torre gotica di 51mt sita a 5 minuti dal fiume Inn con ben 148 scalini da salire e 148 da scendere. 


La vista dalla torre è bellissima, si vede tutta la città! E per fortuna il tempo è dalla nostra parte.


Passeggiando lungo il fiume abbiamo notato un segno tangibile della cultura italiana in Austria. Sul ponte, proprio dove il fiume saluta i lembi della città, orde di idioti hanno attaccato i lucchetti di Moccia alla ringhiera. Anche qui. 


Cena all'insegna dello svacco estremo: panchina, hot dog e Coca-Cola.
La Montessori non approverebbe.
Poi gelato e giretto notturno. 
La Montessori non mi parlerebbe più.
Miss Simpatia alla reception ci ha prenotato la gita di domani a Wattens, andiamo al parco Swarovski. 
Nel dubbio, la carta di credito la lascio in albergo, intanto la Bertux ha già trovato la nostra versione in cristallo.





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