sabato 3 agosto 2024

Elevator challenge





In un mondo di fessi, che si sfidano sui social, posizioniamo anche noi una sfida, chiamata “the elevator challenge”. Non facciamoci ingannare dal nome, non ci sarà nessuna foto scattata in equilibrio sulle guglie, tantomeno scatti rubati su qualche tetto in pendenza: la nostra sfida è riuscire a prendere l’ascensore panoramico nella hall dell’albergo più volte possibile. Nell’atrio ci sono ben 4 ascensori, 3 normali e uno che si muove allegramente all’interno di un tubo in plexiglas, permettendo agli ospiti di guardare se c’è coda al check in e se la macchina del caffè funziona correttamente.

Al momento la sottoscritta è a 2 e le ragazze a 4. La percezione è che le ragazze stiano barando, perché beccare il famoso “uno su quattro” non è statisticamente così facile a meno che,  per vincere la sfida, non abbiamo deciso di passare il tempo ad aspettare l’ascensore. E questo spiegherebbe il ritardo fotonico di ieri sera e di stamattina.

Partiti in ritardo direzione Rotterdam, 

siamo approdati al Food market- Markthall- all’ora di pranzo. 




E come abbiamo varcato la soglia della versione olandese del MOG, abbiamo capito di aver fatto un autogol. Un tripudio di stand di tutti i paesi asiatici presenti sul globo terrestre, anche paesi che non esistono ma che in un certo qual modo producono cibo. Noodles fritti, bolliti, saltati in padella con verdure, carne, lingue di lucertola e occhi di rana, qui è possibile trovare tutto ciò che cammina, vola, striscia e finisce in pentola. La Bertux era completamente rapita, noi già temevamo l’ennesimo pasto con gli occhi a mandorla ma poi si è messa in ragione ripiegando sulla salutare crocchetta fritta, imbrigliata nel panino con bubble tea alla pesca. Forse era meglio un piatto di noodles.

Poser, Piccolina e sottoscritta abbiamo optato per il piatto tipico della nazione: patatine fritte. Per sgrassare il tutto, la sottoscritta ha preso 5 palle di cocco, ottima scelta che sicuramente digerirò domani mattina.

Il Markthal ospita uffici e appartamenti residenziali mentre nella parte inferiore della struttura c’è un mercato coperto. Il complesso è stato inaugurato nel 2014 dalla regina Maxima. Temendo che i sudditi potessero presentarsi a Palazzo Reale per i vari banchetti, la regina ha fatto che costruire un mega mercato in modo che la gente potesse sperimentare varie cucine da tutto il mondo e poi tornare comodamente a casa sua. Per facilitare ulteriormente questo processo ha fatto progettare nell’edificio ben 228 appartamenti, e un garage per oltre 1200 auto. Così quando la famiglia cresce e si prende una macchina a testa, sempre lì se ne stanno e non corre il rischio di averli sotto casa.

Terminato il pranzo, ci siamo diretti alla seconda tappa del giro a Rotterdam: la torre Euromast. 




La torre, costruita tra il 1958 e il 1960, è l'edificio accessibile al pubblico più alto dei Paesi Bassi. Sicuramente dopo aver costruito il Palazzo Reale ad Amsterdam, nella ridente Rotterdam si sentivano da meno, così hanno tirato su dal nulla una torre panoramica di 185 metri.







Una volta terminati i lavori però, si sono resi conto che potevano fare di meglio, e allora ci hanno piazzato un ristorante, un baretto all’esterno, bean bags colorate ma non era ancora abbastanza. 


Poco dopo il colpo di genio: facciamo calare i turisti con la corda in doppia? Ed ecco che, al nostro arrivo, ci accolgono 3 culi appesi e penzoloni, con tanto di fotografo al seguito per immortalare la scemenza di foggia urbano-alpinistica. 



D’altra parte non tutti possono scalare alla Sciorba o sulle Alpi. Si fa quel che si può, non li chiamano Paesi Bassi a caso.

Da notare però l’atteggiamento “scialla” degli olandesi: sono un po’ sopra le righe, un po’ “ma fai come ti pare” e un po’ “basta che non rompi le scatole e stai nei limiti di legge.” Per noi va benissimo così.

Prima di partire per Amsterdam salutiamo al volo la collega Raquel, che viene travolta dalle ricette orientali della Bertux e dalla passione per la skin care coreana della Piccolina, tanto che il saluto termina con tutte le ragazze a consulenza nel negozio beauty e il Poser che constata di aver perso il treno.

Tornati ad Amsterdam scopriamo che a 400 metri dall’hotel c’è un DeSpar - qui lo chiamano Spar. E così, armati di zaino, ci siamo avventurati a fare la spesa per una cena detox (la sottoscritta e il Poser), gluten free la Piccolina e senza Asia la Bertux.

Domani giornata libera, l’unica idea per ora è di andare in palestra. Era prevista una gita a L’Aia ma il Poser ha scoperto che il più antico mulino di Olanda è a un tiro di schioppo da qui. Almeno così ha detto. Ha detto anche che sotto al mulino c’è un birrificio. Sarà vera cultura?

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