Questa mattina ci siamo svegliati presto, prestissimo e alle 7:30 il Trio Pistascius si trascinava strisciando al ristorante del piano 5. Dopo il check “Marie”, il Trio ha salutato il nuovo giorno con la solita colazione light: brioches, waffle e caffè. Il cameriere le chiama le “waffle girls”, che equivale all’internazionalizzazione del brand “Trio Pistascius”.
La sveglia presto era finalizzata al tour di Barcellona, anche questa volta in autobus, causa covid, ma almeno coperto, con aria condizionata e con l’immancabile banda di cafoni che tanto ci fa apprezzare all’estero. La guida, versione giovane della Prof. Rotunno (storia dell’arte biennio Trio Pistascius) aveva il piglio deciso di chi porta gli alunni in gita scolastica e di chi ha a che fare con ragazzini scemi e indisciplinati per buona parte della giornata lavorativa.
E anche questa volta, la prof. Rotunno è stata accontentata: mentre la poveretta spiegava la storia della città e l’autista Elsa si destreggiava tra macchine (poche) e biciclette (un po’ di più) il “gruppo vacanze cafone” si esibiva in prove avanzate di bastone da selfie, suonerie caraibiche, commenti alle foto fatte e piedi svolazzanti appoggiati ogni dove. Per entrare pienamente nel mood “gita delle medie” la signora della fila dietro ha intonato il famoso “po po po po po po pooo” per la gioia di tutti i partecipanti al tour.
La MSC sta letteralmente facendo di necessità virtù per preservare la salute di tutti e cercare un buon equilibrio tra turismo e divertimento, ma Barcellona vista dal pullman non rende affatto giustizia ad una città che deve essere visitata camminando con il naso all’insù. Tema del nostro tour, le opere di Gaudì. Casa Batlò, Casa Milla detta la Pedrera, monumenti vari e la Sagrada Familia, dove la Rotunno ci fa scendere con tutte le raccomandazioni del caso “state vicini, non perdetevi, non entrate nei negozi, non spingetevi, mettetevi in fila per due e datevi la manina”.
Per volere di Gaudì la Sagrada Familia non può essere terminata con finanziamenti del governo ma solo con le donazioni, questo spiega il motivo per cui i lavori vanno a rilento. Inoltre tutti gli architetti che hanno succeduto Antonio (Gaudì) si attengono sì al progetto originale ma tant’è vogliono metterci un tocco personale, ovviamente nella scelta del materiale. Così tra nuovo e antico, idee personali, estro creativo e genio incompreso questo povero monumento è un’accozzaglia di santi, frutta, scritte, colombe e cipressi: non me ne voglia Antonio ma io mi farei dare i soldi dal governo, dall’UE o magari sfruttando il superbonus 110 e troverei una quadra, se non altro per mettere fine alla gara creativa in atto.
Tornati sul bus, la Rotunno ha potuto assistere al finale col botto del gruppo vacanze cafone, così mentre lei indicava gli ultimi monumenti sulla via del porto, il gruppo urlava da una parte all’altra del bus di condividere le foto con il whatsapp di nonna commentandole tutte, una via l’altra. L’ultimo monumento che incrociamo sulla via è quello dedicato a Cristoforo Colombo, rappresentato in cima ad una colonna con il braccio teso ad indicare il mare. Personalmente ho voluto leggerci un messaggio per i nostri compagni di autobus, e un altro dalla Rotunno visto che ci ha fatto fare diversi giri sotto il monumento: sono sicura che sul basamento ci sia la scritta “fuori dalle balle”.
Ritorno sulla nave per l’ora di pranzo e partenza nel primo pomeriggio. Poser e boy-friend non hanno voluto partecipare al gioco labirinto per non demoralizzare gli altri ospiti della crociera e soprattutto per non privare nessuno delle stupende sacche porta scarpe MSC.
Serata a teatro con uno show lisergico senza capo né coda, ideato dall’ex direttrice marketing che con la scusa di presentare un viaggio fantastico ha messo sul palco la famiglia Addams, ballerini russi, mambo caraibico, trucchi di magia e finale con “we are the world”, credo fosse il suo sogno di bambina quando aveva 9 anni.
Dopo lo show, in cabina a fare le valigie, domani ultimo giorno, si torna a Genova