A tutti voi che, quando viaggiate in autostrada cambiate prontamente canale quando beccate radio Maria, mi sento di dire “state attenti”. Radio Maria vi vede e se lo segna. Poi colpisce. Questa mattina, ore 7:10, la radio che ti osserva, ha messo in atto la sua vendetta per tutte quelle volte che andando su e giù per la A7 ho detto- lo confesso- eh no, radio Maria no, rimediando con TG parlamento. Nella quiete e nel silenzio del nostro B&B si stagliavano alti salmi e inni ad accompagnare la festa dell’Assunzione. Credo che aver messo il CD degli Imagine Dragons sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Dopo la colazione tra finti girasoli, signora mesta e brioches che hanno visto tempi migliori, ci siamo recati al museo etrusco. Il museo sorge nel palazzo Vitelleschi, fatto costruire ai primi del ‘400 dall’allora cardinale Giovanni Maria (Vitelleschi) in una posizione che permettesse al prelato di arrivare a casa comodamente a cavallo e da lì poter andare in tutte le direzioni: mischiando sacro e profano ho riflettuto sul fatto che la pasticceria nel vicolo che porta al chiostro San Marco ha chiuso, così come ha chiuso il bar San Marco posto proprio davanti al museo. Al cardinale quindi restava il bar all’angolo e il Bacco X Bacco che ha un delizioso dehors, e, a giudicare dai piatti che abbiamo visto passare, non si deve mangiare poi così male...
Il museo ospita i famosi cavalli alati, simbolo della città, che facevano bella mostra di sè all’ingresso del tempio chiamata Ara della Regina e numerosi reperti etruschi rinvenuti nelle tombe.
È proprio grazie ai dipinti presenti nelle tombe, sui vasi e ai vari orpelli che sono stati trovati accanto ai corpi che gli archeologi sono riusciti a ricostruire la vita degli etruschi. Sostanzialmente la società privilegiava guerrieri e atleti, e tra un baccanale e l’altro, suonavano la cetra con plettri di avorio. Il Poser si è chiesto più volte come sarebbe stato suonare la Flying V con un plettro così,
io invece sono rimasta colpita dalla rimozione e ricostruzione di alcune tombe etrusche dalla sede del ritrovamento al museo. Questa operazione non solo consente la conservazione di queste opere ma permette ai merenderos più merenderos di noi di non affrontare la necropoli sotto il sole di agosto e di prendere comunque una vista delle tombe. Bellissima la tomba della nave,
in cui per la prima volta viene rappresentato un veliero a significare il passaggio verso l’aldilà: diciamo che in questo caso specifico, invece di aspettare il barcone con Caronte il defunto aveva preferito una crociera Costa, con ristorante 24 ore su 24, gioco aperitivo e cocomeraia sul ponte...
Spinti da cotanta cultura abbiamo ipotizzato di andare subito alla necropoli ma il sole delle 11 ci ha fatto cambiare idea, “andiamo domani, tanto contiamo sull’ausilio di radio Maria”.
Tappa obbligata a Marina Velca da Daniela: nel suo panificio, gastronomia e pasticceria il Poser ha lasciato il cuore. Scansato il traffico dei vacanzieri in stile via Burlando (ci mancava solo il 49) e corredati di pranzo, ci siamo avventurati alle Saline.
Prima però abbiamo rispettato la tradizione acquistando il solito ombrellone che doneremo a qualcuno prima della partenza. E come tradizione vuole, è volato via nel mezzo delle letture del Poser e della ronfata della sottoscritta. Il Poser ha poi tentato un riposizionamento di fortuna: dopo aver calcolato la direzione del vento, l’ha messo per terra e l’ha tenuto col braccio, a mali estremi...
Terminata la lotta con gli ombrelloni siamo rientrati alla base a continuare la lotta con il bagno senza bidet.
Serata piacevolissima in compagnia della mia amica Daniela e della sua famiglia: chiusura a mezzanotte con vista dei fuochi d’artificio dal terrazzo.
Domani si va alla necropoli, poi ritenteremo di mettere in piedi il nostro ombrellone.
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