domenica 18 agosto 2019

See you soon

Giornata di transito nonché di fine vacanza, ma per non deludere la signora abbiamo evitato anche stamattina la colazione con brioches di marmo e caffè scaldato nel microonde. Il bar Danilo ci ha accolto con la solita verve in una città ancora totalmente avvolta nel sonno. Tutti, tranne noi, Danilo e quelle sue sciamannate che abitano di fronte al B&B che stamattina, puntuali alle 6:30, discutevano animatamente di un certo Pietro e urlavano “zitta” alla povera cagnolina che ogni tanto le interrompeva con un “bau”. Chissà se l’amore cane aveva intuito che alle 6 del mattino bipedi e quadrupedi dovrebbero dormire invece che disquisire su tal Pietro, di cui, probabilmente, anche all’amore cane non fregava un fico secco.
Partiti per il giro dei saluti e scorta di biscotti da Daniela a Marina Velca, ci siamo poi avviati, con mostruoso anticipo, a Civitavecchia con tanto di ombrellone multicolor al seguito: a questo giro ci spiaceva abbandonarlo alla signora Vilma, alla fine lui non c’ha fatto niente di male.
Consegnato lo scatolo, abbiamo percorso la strada verso la stazione con il Poser che faceva le prove per diventare uno sherpa. Credo abbia passato il livello 1.
Viaggio ozioso con vettura affollata ma vivibile, siamo arrivati a Genova in perfetto orario, come la voce registrata ci ha fatto notare, ricordandoci come per i nostri treni la puntualità siamo un evento raro.
Arrivati finalmente a casa con una e dico una valigia da disfare, abbiamo riflettuto che viaggiare in 4 è bellissimo ma anche in 2 ha il suo fascino. E così, senza nemmeno un grammo di sensi di colpa, siamo felici di aver visto (il Poser) e rivisto (la sottoscritta) posti splendidi ma soprattutto sono contenta di aver visto e salutato amiche che, seppur lontane, porto sempre nel cuore, anche quando, con sorriso beffardo, raccontano a mio marito della mia passione per Simon Le Bon e della capa tanta che facevo.
Che dire, a volte le amiche ricordano troppi dettagli.
Le amiche le aspetto a Genova, con il Poser stiamo pensando già al prossimo viaggio.
Stay tuned! 

sabato 17 agosto 2019

Ogni pensiero vola

Stamattina la sveglia è arrivata alle 6:36, con la signora in strada che urlava alla madre: “Ah ma, ma la televisione c’è?” In effetti, voler smarcare questo dettaglio fondamentale alle 6 del mattino pone un interrogativo di grande mistero. Noi però, invece di maledire signora, figlia e tv, abbiamo sfruttato la sveglia inattesa per fare due cose: la prima, uscire dal B&B di nascosto per scampare la colazione della signora Vilma, la seconda battere le orde barbariche di turisti al parco dei mostri di Bomarzo.
Confesso che questa resta un po’ una tappa obbligata per chi visita il territorio e, Poser conferma, ne vale la pena.
Recuperato lo scatolo sotto il B&B dopo la colazione dal taciturno signor Danilo, che invece lascia parlare le brioches, ed aver letteralmente strisciato perimetrando i muri per non farci beccare dalla Vilma, ci siamo diretti a Bomarzo.
Ore 9:40 facevamo i biglietti, ore 9:42 varcavamo la soglia del parco.

Il parco è stato progettato nel 1547 da PIer Francesco Orsini che, insieme all’architetto Pirro Ligorio pensò a un luogo con sculture enormi e grottesche per, a detta sua, mischiare l’arte con l’inganno.



Il parco infatti era pieno di massi e, non volendo l’Orsini investire in un percorso di boulder, preferì allietare i suoi ospiti con meno sport e più meraviglia. Furono poi i coniugi Bettini che, a metà del secolo scorso decisero di dare nuova luce al parco, tanto da essere poi sepolti nel tempio che ne domina la parte più alta.
Non pensarono però i Bettini che, a quasi 30 anni dalla loro morte, qualche burlone si rallegrava nel disegnare una mappa con percorsi raffazzonati e approssimativi, trasformando la scoperta della meraviglia in un percorso di orienteering. Non è raro vedere i visitatori tornare indietro girando due volte a destra sotto il tallone di Ercole, salire e scendere le scale della casa inclinata dicendo “Ma Nettuno non lo abbiamo già visto due volte??”.
Chissà che l’Orsini con l’amico architetto non si facciano ancora oggi delle grasse risate.
Al Poser è piaciuto di più in assoluto la casa inclinata, a pensarci bene, un’ottima soluzione agli ospiti sgraditi. 

Personalmente ho riscoperto la magia di camminare con la faccia all’insù per non perdere neanche una delle sculture ma soprattutto per dimostrare a chi ha disegnato la mappa che ci vuole ben altro per farci fuori.
Grande soddisfazione è stata anche quella di venire via quando la massa informe di mamme urlanti, borse frigo e macchine fotografiche marciavano solenni verso la prima sfinge. 
Tappa veloce a Marina Velca a prendere il pranzo da Daniela e poi via verso le Saline per fare il bagno al mare. Oggi non c’era troppo vento e la spiaggia era di nuovo vivibile.
Dopo un discreto ozio, abbiamo deciso di fare la strada che porta alle Saline 


di corsa, ma solo per poter cenare con kebab e street food la sera a Tarquinia Lido. 
Fine serata al bar Corsaro con concerto e gelato di Claudia: cosa chiedere di più?
Domani si torna a casa, le vacanze, come alcuni pensieri, volano via troppo presto.


venerdì 16 agosto 2019

Passami il rotolo!

Uscita scaltra e furtiva per scappare dalla colazione del B&B in favore del bar del piazzale, dove le brioches sono brioches, il caffè è caffè e il Poser è contento, per aggredire la necropoli etrusca.
L’ausilio di radio Maria oggi non c’è stato, in confronto il nostro risveglio è stato allietato da uno sciamannato che urlava per strada “Maròòò, ma che hai fatto???” tanto che ho temuto che qualcuno avesse torto un capello al nostro scatolo con 4 ruote posteggiato sotto il B&B, invece, per fortuna, la nostra vettura nera pece era lì, pronta a ruggire e a portarci a vedere le tombe etrusche.
Smarcata colazione e fuga, ci siamo diretti alla necropoli, sfruttando il sole che ancora non picchiava e il vento che soffiava poco.
Varcata la soglia col nostro biglietto cumulativo fatto ieri al museo, abbiamo saltato la coda (poca) e risparmiato 4€ (genovesi mica per niente, no?!?).
La signora alla biglietteria ci ha detto che il percorso è segnato e che le tombe visitabili sono 22. Davanti a noi, ahimè, famiglia chiassosa e cafona con tanto di borsa frigo portatile 

per combattere i morsi della fame tra un demone che digrigna i denti e un leone che azzanna i cerbiatti. La missione della visita pertanto si complica: non solo vedere tutte le tombe, ma dribblare la famiglia cafona in modo da batterli sul tempo nell’esplorazione delle tombe stesse. Al primo giro, adottiamo la strategia sbagliata e lasciamo loro il vantaggio di una tomba: se loro sono alla numero 1, noi iniziamo dalla 2, e poi torniamo alla 1. La strategia però si è dimostrata subito fallimentare perché la famiglia semplicemente non leggeva la descrizione delle tombe e in tempo zero, ci doppiava. La nostra salvezza è stata una tomba con difficile acceso che ha costretto l’allegra brigata ad una pausa extra con bibite e focacce, il che si è tradotto in un vantaggio notevole a nostro favore. All’uscita della tomba, loro erano ancora lì, dandoci uno scatto vincente di 4 tombe a 1, in pratica, un massacro.
Proseguendo la visita abbiamo notato come i soggetti si ripetessero nelle decorazioni funebri: uomini e donne che danzano, leoni blu, cerbiatti, porte, galli e Caronte, segnavano il passaggio del defunto da questo a quel mondo, ricordando che la vita, alla fine, è meglio se te la bevi danzando. Fatte queste alte considerazioni, ci siamo imbattuti nella tomba dei Giocolieri, che oltre ai giovani danzanti, musici e vecchi saggi, raffigura un uomo intento a defecare. 

La scritta, “aranth heracanasa” che fior fior di etruscologi non sono riusciti a decifrare, è l’esplicita richiesta di accedere al rotolo di carta igienica in modo da poter tornare alle danze con un discreto peso in meno. 
Una cosa però volge a favore degli etruschi: nella loro società, uomini e donne erano considerati equi: le donne prendevano parte alla vita politica e sociale con ruoli paritetici, chissà perché certe  buone regole sono state spazzate via nel corso dei secoli.
Finita la visita con la soddisfazione di chi lascia la famiglia cafona a quasi 10 - e dico 10!! - tombe di distacco, siamo tornati alla base, noi e lo scatolo.
Pranzo da teenager in paese con supplì, coca cola e gelato (però sto facendo un sacco di MET), ci siamo goduti lo scorcio del belvedere, con la sottoscritta lanciata nell’amarcord “quella lì era la mia scuola media”, 



“di là si aspettava l’autobus”, “non capisco perché la pasticceria abbia chiuso” - quest’ultima è una considerazione ricorrente. 
Nel pomeriggio abbiamo visitato il centro storico, che sfoggia abitazioni medievali e il complesso di Santa Maria in Castello, 



chiesa medievale passata di mano in mano a vari ordini monastici che l’hanno abbandonata nel 1800 per una direttiva napoleonica. Dal 1975 è considerata monumento nazionale ed è un peccato che non sia valorizzata come dovrebbe. Facendo anche il giro sopra le mura abbiamo ammirato sia la chiesa che la piscina 

di chi nel complesso ci abita e abbiamo cercato di capire se casomai fosse un B&B perché quella piscina ci faceva gran gola, e invece no, è proprio un’abitazione privata: dobbiamo cercare di farceli amici per quando torneremo.
Passaggio rapido nel nostro B&B per cambio di look pre-cena (il Poser non può deludere i fan!) e siamo stati beccati dalla signora che stamane ha notato la nostra assenza dalla colazione. Abbiamo inventato una partenza all’alba per la necropoli, per domani diremo che siamo in missione segreta.
Cena di nuovo al Namo, perché dopo avergli detto che 1) non bevo, 2) non mangio frumento e 3) in casa cucina praticamente sempre il Poser ci hanno accolto nuovamente col sorriso, sarà che gli amici di Daniela sono anche amici loro.
Domani faremo testa o croce: testa Bomarzo al Parco dei Mostri, croce polleggio in spiaggia.

giovedì 15 agosto 2019

La vendetta di radio Maria

A tutti voi che, quando viaggiate in autostrada cambiate prontamente canale quando beccate radio Maria, mi sento di dire “state attenti”. Radio Maria vi vede e se lo segna. Poi colpisce. Questa mattina, ore 7:10, la radio che ti osserva, ha messo in atto la sua vendetta per tutte quelle volte che andando su e giù per la A7 ho detto- lo confesso- eh no, radio Maria no, rimediando con TG parlamento. Nella quiete e nel silenzio del nostro B&B si stagliavano alti salmi e inni ad accompagnare la festa dell’Assunzione. Credo che aver messo il CD degli Imagine Dragons sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Dopo la colazione tra finti girasoli, signora mesta e brioches che hanno visto tempi migliori, ci siamo recati al museo etrusco. Il museo sorge nel palazzo Vitelleschi, fatto costruire ai primi del ‘400 dall’allora cardinale Giovanni Maria (Vitelleschi) in una posizione che permettesse al prelato di arrivare a casa comodamente a cavallo e da lì poter andare in tutte le direzioni: mischiando sacro e profano ho riflettuto sul fatto che la pasticceria nel vicolo che porta al chiostro San Marco ha chiuso, così come ha chiuso il bar San Marco posto proprio davanti al museo. Al cardinale quindi restava il bar all’angolo e il Bacco X Bacco che ha un delizioso dehors, e, a giudicare dai piatti che abbiamo visto passare, non si deve mangiare poi così male...
Il museo ospita i famosi cavalli alati, simbolo della città, che facevano bella mostra di sè all’ingresso del tempio chiamata Ara della Regina e numerosi reperti etruschi rinvenuti nelle tombe.
È proprio grazie ai dipinti presenti nelle tombe, sui vasi e ai vari orpelli che sono stati trovati accanto ai corpi che gli archeologi sono riusciti a ricostruire la vita degli etruschi. Sostanzialmente la società privilegiava guerrieri e atleti, e tra un baccanale e l’altro, suonavano la cetra con plettri di avorio. Il Poser si è chiesto più volte come sarebbe stato suonare la Flying V con un plettro così, 

io invece sono rimasta colpita dalla rimozione e ricostruzione di alcune tombe etrusche dalla sede del ritrovamento al museo. Questa operazione non solo consente la conservazione di queste opere ma permette ai merenderos più merenderos di noi di non affrontare la necropoli sotto il sole di agosto e di prendere comunque una vista delle tombe. Bellissima la tomba della nave,


in cui per la prima volta viene rappresentato un veliero a significare il passaggio verso l’aldilà: diciamo che in questo caso specifico, invece di aspettare il barcone con Caronte il defunto aveva preferito una crociera Costa, con ristorante 24 ore su 24, gioco aperitivo e cocomeraia sul ponte...
Spinti da cotanta cultura abbiamo ipotizzato di andare subito alla necropoli ma il sole delle 11 ci ha fatto cambiare idea, “andiamo domani, tanto contiamo sull’ausilio di radio Maria”.
Tappa obbligata a Marina Velca da Daniela: nel suo panificio, gastronomia e pasticceria il Poser ha lasciato il cuore.  Scansato il traffico dei vacanzieri in stile via Burlando (ci mancava solo il 49) e corredati di pranzo, ci siamo avventurati alle Saline.
Prima però abbiamo rispettato la tradizione acquistando il solito ombrellone che doneremo a qualcuno prima della partenza. E come tradizione vuole, è volato via nel mezzo delle letture del Poser e della ronfata della sottoscritta. Il Poser ha poi tentato un riposizionamento di fortuna: dopo aver calcolato la direzione del vento, l’ha messo per terra e l’ha tenuto col braccio, a mali estremi... 

Terminata la lotta con gli ombrelloni siamo rientrati alla base a continuare la lotta con il bagno senza bidet.
Serata piacevolissima in compagnia della mia amica Daniela e della sua famiglia: chiusura a mezzanotte con vista dei fuochi d’artificio dal terrazzo.
Domani si va alla necropoli, poi ritenteremo di mettere in piedi il nostro ombrellone.

mercoledì 14 agosto 2019

W il sorcino

Arrivati a Civitavecchia dopo un comodo viaggio sul freccia  - ho incredibilmente azzeccato il senso di marcia!! - abbiamo prontamente ritirato il nostro “scatolo” da viaggio: una grintosa C1 nera come la pece, ideale per gli spostamenti minimi che abbiamo intenzione di effettuare in questi giorni. Giunti a Tarquinia ci siamo recati al nostro B&B, struttura a cui Booking.com dava come voto un bel 9. Sarà che non abbiamo avvisato la signora dell’orario di arrivo, sarà che forse le 2 del pomeriggio non sono l’ora migliore per uscire di casa, o forse perché inavvertitamente abbiamo chiuso il portone in faccia al di lei marito che cercava di guadagnare il portone con l’aiuto di una stampella, ma abbiamo la camera più brutta del bed and breakfast. Per onestà aggiungo che il Poser ha anche tentato di riparare alla figuraccia offrendo al signore un appoggio  per salire le scale ma lui ha declinato dicendo che non era poi messo così male.
Quando si dice partire col piede sbagliato...
La camera è funzionale, ha solo un difetto, il bagno ha il bidet innestato nel water: un tripudio di ingegneria idro-meccanica che costringerà la sottoscritta e il Poser a trovare altre soluzioni: escluse le contorsioni sul lavandino, si opterà per la doccia.
Dopo aver letteralmente ammassato la roba nella stanza, ci siamo recati a Tarquinia Lido per smarcare la prima tappa del tour delle amiche. Eccola qua, Claudia, nel suo bellissimo bar Corsaro (i gelati sono spettacolari) che, negli ultimi anni è diventato un punto di ritrovo per vacanzieri e non. Insieme al marito Diego e allo staff, ha messo su una sfilza di eventi pazzeschi che includono anche musica dal vivo. Inutile dire che il Poser ha già preso accordi per una serata Ghost il prossimo anno, Miglio sei stato avvisato...
Puntatina in spiaggia flagellata dal vento, ma sempre come piace a me: sabbia, cammini cammini e tocchi, cammini cammini e continui a toccare, cammini cammini e c’è una secca, ti siedi, ti sdrai, cammini e torni indietro.
Seconda puntatina al Bar Corsaro e poi pronti ad affrontare il bagno col finto bidet per prepararci alla serata.
Cena spettacolare presso il Namo Ristobottega, una realtà giovane qui a Tarquinia dove abbiamo mangiato benissimo. Ringrazio Daniela per il bellissimo regalo.

Per chiudere in bellezza, il Poser ha scoperto la sua anima sorcina con una tribute band di Renato Zero. Le sa tutte...

Domani faremo un giro in paese e poi si torna al mare.

Il tour delle amiche



Al Poser che sogna 4 giornate tranquille al mare, svelerò un piccolo segreto: si sta imbarcando nel famoso “tour delle amiche”, quello che tutte le ragazze, giovani donne, donne e donne mature fanno sempre quando si fidanzano con una persona nuova. Siamo oneste, lo facevamo a 16 anni, lo abbiamo fatto a 30 e lo continuiamo a fare anche dopo i 40, nel caso ce ne fosse la necessità.
Perché? Perché le amiche ci vedono lungo. Citazioni memorabili come “ma cosa ci stai a fare con quello?” hanno accompagnato aperitivi da fighetti, cene in agriturismi o serate al mare. E, di fatto, un fondo di verità c’è sempre: se ti dicono così, è perché le amiche ci acchiappano, ad esempio la mia Amica - con la A maiuscola- Alessandra, lei è una che ci acchiappa eccome!
Ma nel caso del Poser, la prima selezione l’ha già passata da un pezzo, gli resta la seconda, quella delle mie amiche storiche di Tarquinia, che vedremo da stasera alla fine della settimana. Oltre al test, al Poser verranno mostrate le bellezze del luogo, il centro storico, le tombe etrusche e il parco naturale delle Saline.
Però non diciamogli niente, potrebbe copiare le risposte!