sabato 12 novembre 2016

Alla conquista dell'Egitto

Formazione estesa per un'estemporanea novembrina: Poser, Bertux, Piccolina e Francy - e la sottoscritta- alla conquista del museo egizio di Torino. La decisione è stata maturata ben 22 ore prima della partenza per cui, escludendo la notte dedicata al sonno dei giusti, questo ci annovera direttamente nel girone degli improvvisatoni. E per entrare totalmente nella parte, ci siamo muniti di pizze, focacce ed estathe da consumare rigorosamente in treno: due i vantaggi, si recupera il tempo del pranzo e si crea il vuoto pneumatico intorno a noi, ad iniziare dallo scompartimento "open space" che alla seconda pizza è diventato poco open e molto space. In particolar modo quando la Piccolina ha regalato a tutti un'interpretazione magistrale di "andiamo a comandare "


Arrivati a Torino abbiamo preso d'assalto il negozio della Venchi, abbiamo pensato che le praline potessero darci supporto nei momenti difficili. Dopo i primi 100 metri, lenavevamo già dimezzate. A volte il momento difficile può essere preso in anticipo.
Dalla stazione al museo ci sono 11 minuti a piedi secondo Google maps, 25 se ci si ferma davanti ai negozi e 45 se si entra da Kasanova con tanto di villaggio di Natale in miniatura, corredato di pattinatori su ghiaccio.


Noi a questo giro siamo andati dritti.
Unica tappa il mimo con la cravatta dritta.

Arrivati al museo egizio abbiamo trovato la biglietteria "agile", le audioguide sgrause (non funzionano!!!) un biglietto da polso e un armadietto degno di un centro sportivo dove abbiamo scaricato giacche, zaini, berretti, sciarpe e un residuo bellico di pizza e focaccia con le olive.
La visita al museo si è svolta in tempi ragionevoli, abbiamo origliato la guida egittologa e fatto lo slalom tra qualche turista che si picchiava con l'audioguida in 7 lingue diverse.
Tutto il percorso si basa ovviamente sul culto dei morti, il processo di imbalsamazione, mummie e sarcofagi.
Alle ragazze sono piaciuti gli amuleti, le sale del re e il negozio di souvenir, alla Piccolina la mummia coi capelli e quella del bambino. Il Poser è rimasto incantato davanti alla mucca pseudo imbalsamata


che a me ricordava un po' la mucca di Pollon, quella che tira il carro del sole.
Bellissimi i sarcofagi del terzo periodo, ricchi di disegni e inscrizioni. La Piccolina ha chiesto se potevamo tradurre... onde evitare di tirarci dietro qualche maledizione inventando il testo, abbiamo dirottato l'attenzione sul corredo funebre.
5 minuti dopo, il corredo funebre è stato soppiantato dal negozio del museo da cui siamo usciti con: una collana con gatto, un segnalibro, una cartolina di Torino e una mummia da frigo. Al prossimo giro usciremo col sarcofago montabile e l'album del piccolo imbalsamatore - imperdibile!




Sgambettata sulla via del ritorno sotto le luci d'artista con Piccolina in testa sulle spalle del Poser intenta a finire le praline


Ragazze dietro e io a chiudere la fila.
Con questa formazione abbiamo conquistato la stazione in 7 minuti netti. Google maps ci ha fatto i complimenti.
Ritorno allegro in uno scompartimento tutto per noi 


E dopo un'ora scarsa di treno, il ponte Meier ci salutava quasi incredulo: sì, anche Torino è nostra! 





mercoledì 17 agosto 2016

Verona in technicolor

Quando si presenta la scelta tra un ritorno ragionato a casa o un'ultima escursione nelle vicinanze, i merenderos doc scelgono di prolungare la vacanza, in barba al caldo, ai turisti e ai Disney store.
Ed eccoci pronti, gagliardi e baldanzosi varcare la soglia di Verona, consapevoli che sarebbe stato uno slalom diabolico tra principesse, magneti, cartoline e, ultima trovata della Bertux, grembiule personalizzato con la scritta "regina della cucina" in barba a decadi di femminismo e lotta per la parità dei sessi.
Dal nostro hotel a Verona sono esattamente 22 minuti, percepiti 52 quando la Bertux e la Piccolina iniziano a cantare "in radio c'è un marito" in onore della povera Cinzia di Prato Nevoso che ha la fortuna di avere un marito che si chiama Pio.
Pio, come il pulcino del tormentone di qualche anno fa, che le ragazze sembrano ricordare perfettamente.
Urrà!


Arrivati a Verona nel pieno del calore di mezzogiorno, abbiamo condensato in 3 ore scarse il classico giro turistico: piazza Bra e Arena, casa di Giulietta, piazza delle Erbe, palazzo della Ragione con annessa mostra d'arte e pipì varie nei bar della città.
Davanti all'Arena le bellissime scenografie dell'Aida ci hanno offerto lo spunto per un'originalissima posa egizia. Un classico da merenderos!


Dopo la posa egizia, via di corsa verso la casa di Giulietta con pausa d'obbligo al Disney Store. 


Nota dolente: scelta del giocattolo da parte delle ragazze che può variare dai 5 (caso raro) ai 30 minuti. Nota positiva: aria condizionata a stecca, per la gioia di tutte le principesse.


Usciti vincitori dal Disney store, ci siamo diretti alla casa di Giulietta. 


Calca infernale di turisti panciuti, ragazzotte sfigate che chiedono la grazia per trovare un uomo (attenzione!! Quella a cui rivolgersi è Santa Rita) e sfigatoni esaltati nel toccare il seno di Giulietta, consapevoli che quella sarà una delle poche occasioni in cui riusciranno a mettere le mani sul seno di una donna, vera o finta che sia.


Rispettando la tradizione, ci siamo messi in coda anche noi, e tra uno spintone e un bastone per i selfie, abbiamo conquistato la tetta. Peccato che nella fretta abbia letteralmente tagliato la testa di Giulietta. 


Nessuna possibilità di rifare lo scatto, caro Poser, sarà per la prossima volta!
Da notare il tocco di una scroccona di biglietti che ha aggiunto la sua richiesta a Giulietta ad una già esistente. Se funziona, avrà minimizzato lo sforzo (scritta in nero...)


Sgambata tattica da Giulietta al Palazzo della Ragione dove abbiamo rivisto la stessa identica mostra dello scorso anno.
La Piccolina si è lanciata in domande sui personaggi ritratti nei quadri: ma questo chi è? Perché ha i capelli così? Mentre la Bertux era affascinata dalla luce e dalle tecniche per riprodurla, compito che aveva tentato di portare a termine per la prof di arte con scarso riscontro di critica.
Pranzo alla ricerca di un posto che non fosse uno specchietto per turisti per poi finire miseramente in un ristorante cinese - il riso alla cantonese è uguale ovunque, un po' come il big mac e poi via verso il posteggio.
Alle 16 si ripartiva alla volta di Alessandria 
ripassando il repertorio del marito Pio, la Cinzia avrà già prenotato una visita specialistica per il costante fischio alle orecchie.
Arrivo ad AL in serata con puntata classica da Panorama.
Da domani si ritorna alla vita di sempre ma con una pagina in più da aggiungere ai nostri ricordi di viaggio.
Alla prossima, le scimmie ritornano sempre!




martedì 16 agosto 2016

Caneva boys

La colazione al Valpolicella International è una cosa seria. Nonostante la struttura non sia enorme, la colazione è preparata per il quadruplo degli ospiti e noi, da bravi merenderos, ci siamo adeguati all'offerta. Il Poser, lanciato dalla colazione inclusa nel prezzo, ha spaziato dal salato al dolce per chiudere con yogurt alla fragola mentre la Piccolina distribuiva equamente la Nutella sul pane e sulla tovaglia verde della colazione.
Abbandonato il tavolo in disarmo, ci siamo diretti al Caneva world.
Arrivati verso le 11, abbiamo dovuto constatare ciò che già temevamo: i Caneva boys, veri professionisti dei parchi acquatici, ci stavano bagnando il naso. E, per far capire subito chi comanda sul territorio, si fanno distinguere già dal parcheggio.
Mentre noi pensavamo di aver fatto la furbata del secolo comprando i biglietti on line, i Caneva boys si erano attrezzati oltre ogni aspettativa: biglietti on line, una borsa frigo a coppia, con alternanza rigida con grande manico e morbida con tracolla, ciabatta tattica senza incrocio, coperta con strato impermeabile, maglia tecnica quechua e occhiale a specchio. 


In confronto noi, sembravamo dei dilettanti allo sbaraglio.
Conferma della loro supremazia la abbiamo avuta una volta varcata la soglia del parco: di tutti i lettini tattici sotto l'ombrellone non ce n'era uno senza un asciugamano, borsa frigo, occhiale a specchio appoggiato sopra o a fianco. Il messaggio è chiaro: qui comandano loro.
Posizionati gli asciugamani vicino alla piscina baby coi balli di gruppi gestiti dalla pro loco, ci siamo lanciati nell'esplorazione del parco. Partenza scarsa con un lazy river dove le ciambelle vanno talmente lente che le persone ci si addormentano dentro e ripresa con il Frozen bob, un incrocio di 4 scivoli che simulano una discesa su bob, con tanto di finti ghiaccioli che penzolano dagli scivoli.
Tappa alla temutissima area bimbi (windy laguna) dove la Bertux e la Piccolina hanno tirato fuori tutto il merenderos che c'è in loro per sottrarre la ciambella gialla a qualche ragazzino distratto o a chi la lasciava incustodita per qualche secondo. Andiamo ragazze, fate vedere chi comanda!


Pranzo salutista io e pranzo da zozzoni per il Poser e le ragazze per poi tornare a scivolare sulle attrazioni con meno coda. 


Il crazy river, fratello veloce del lazy, era letteralmente inavvicinabile, stesso dicasi per un'attrazione con ciambelloni verdi di cui mi sfugge il nome. Deserto dei tartari per la versione masochista del mitico kamikaze: si parte da in piedi e il bagnino ti alza il pavimento per farti precipitare lungo uno scivolo inclinato di 90 gradi. Ho visto che ad alcuni regalava un rosario prima di aprire le botole.



Chiusura in piscina tra tuffi a bomba in quattro (e vabbè) capriole della Bertux e tuffi più o meno di testa della Piccolina, ma prima di abbandonare il campo waffle e crêpes alla Nutella: merenda leggera per non guastare la cena.


Tappa veloce in hotel per doccia con bonifica e poi dritti verso peschiera del Garda. Quando ero piccola mio padre seguiva qui un progetto di lavoro ma nonostante le mille visite, ho riconosciuto solo il molo, il resto della cittadina è totalmente diverso ma bellissimo.

Cena in un tipico ristorante per turisti dove però si mangia bene e giretto in centro mas rapido per me e la Bertux. Il Poser ha preferito desistere visto che la Piccolina era stanca.
Domani si rientra ma prima tappa a Verona, così la Piccolina potrà vedere la casa di Giulietta. Sì lo so, è tutto finto, ma lasciamola sognare ancora un po'.



lunedì 15 agosto 2016

Il viaggio del trometario

Partenza lenta questa mattina, con pausa rifornimento e rientro rapido a casa per aver dimenticato un paio di cose, tra cui il CD di Max Pezzali da ascoltare in viaggio per la gioia del Poser.
Da Alessandria a San Pietro in Cariano ci sono più o meno 200 km, fatti di autogrill, muffin al cioccolato, panino con la coppa e artiglio che becca. Ma sopratutto di giochi da fare in macchina, quelli, per intenderci, coi i nomi da indovinare che iniziano e finiscono quasi sempre per A. Per A, finché non spunta una domanda sull'animale con le gobbe e la Piccolina si lancia con un trometario, specie rara, quasi in via di estinzione, che vive a ridosso del 45o parallelo, in un posto non ancora rilevato tra Tortona e Pavia. A quanto pare, lì non ci sono pokemon stop.


Arrivati in hotel, siamo stati accolti da una simpatica signora bionda, che ci ha consegnato le chiavi e ritirato i documenti. A distanza di due ore, li aveva ancora lì, capiamola: 4 persone, 3 diversi cognomi. I Cesaroni, in confronto, sono dei dilettanti da fiction.
Dopo aver sistemato i bagagli e fatto man bassa dei Wi-Fi dell'hotel, ci siamo armati di forza, coraggio e Google Maps per arrivare a Lazise.
Convinta dalle previsioni meteo consultate ieri sera, ho fatto armare tutti di pantaloni lunghi, felpe e giacchette perché ragazzi, sul lago la temperatura scende.


Arrivati a Lazise con due zaini degni del K2, il mio sponsorizzato volley Alessandria, ci siamo imbattuti in un paesino raccolto e delizioso, meta ambita da turisti tedeschi che da sempre trovano un'accoglienza speciale, i ristoranti servono pizza e cappuccino e alcune scarpe in saldo hanno cartelli solo in tedesco. Tutto a 32 gradi all'ombra.
Ma alle 17. Vedrete stasera come scende la temperatura!
Lanciati in un giretto tra chiese con richiesta di offerte ispirate da devozione sincera,


vicoletti con mille negozi tentatori che vendono dalla saponetta all'O bag, intorno alle 19:30 siamo riusciti a conquistare il ristorante. E dopo cena, giretto sulla passeggiata accompagnato da musica blues



e un kg di gelato con cono appeso, la vera impresa è finirlo tutto.
Rientro in hotel con annessa pastura dei pesci rossi con i grissini rubati al ristorante e poi a letto tra acchiappa sogni e storie della buona notte.
Domani Caneva, i biglietti li abbiamo già, dobbiamo solo armarci di coraggio.
Al ritorno il termometro segnava ancora 25 gradi...






domenica 14 agosto 2016

Quelli del Caneva world

Ultimo scampolo d'estate per le scimmie. La Bertux, tornata da 48 ore dal viaggio col papà, è di nuovo pronta a ripartire per una due giorni al lago di Garda.
Beh, lago, per dei merenderos che si rispettino, la chiusura dell'estate deve essere cafona, altrimenti che merenderos sarebbero?
Si parte domani, con comodo, alla volta di Lazise, festeggeremo il Ferragosto sul lago per poi il 16, passare la giornata al Caneva world, l'equivalente di gardaland ma in acqua e con gli scivoli.
Abbiamo accuratamente evitato di essere lì il 15, al Caneva domani faranno a meno di noi per la cocomerata e per il gioco aperitivo, ma il 16 ci rifaremo, tanto il più sarà partito, vero?
Con il 17 si rientra alla base e sarà countdown per i compiti. Ma stasera è ancora estate.


Stay tuned.

sabato 30 luglio 2016

La piantagione di gnocchi

A chi pensa che la giornata relax sia stare distesi all'ombra di una palma sorseggiando succo di ananas o a contemplare le cime dei monti sdraiato su di un prato, chiedo cortesemente di riformulare il pensiero.
Quella che doveva essere una giornata di svacco selvaggio passando da parco giochi al bar al parco giochi, si è trasformata in un'altra avventura.
Partenza con la solita calma, cafferino al Brucaliffo (siamo di casa) e via verso l'attacco della seggiovia del Rosso alla ricerca di "mertilli" come dice la Piccolina.
Proprio accanto alla seggiovia c'è un sentiero ricco di cespugli di mirtilli e le bambine si sono lanciate al setaccio delle bacche armate di contenitore di tupperware e scottex. 


Il Poser, invece, ha tentato una ricerca di funghi mentre la Lara sperava di trovare qualche carogna su cui strofinarsi. 
Il sentiero è quasi totalmente in ombra e si snoda attraverso un bosco di abeti bianchi che a noi sembravano verdi come gli altri.


La ricerca di mirtilli si è rivelata subito molto fruttuosa (eh eh) mentre il Poser ha tenuto una master class su porcini, falsi porcini, loffe e gallette, per poi lasciare tutto lì perché o troppo piccoli o non commestibili o "sai che sbatta pulirli tutti?" 
Pranzo in casa per far fuori quello che avevamo nel frigo e poi svacco per la Piccolina e compiti per la Bertux.
Come ha finito i compiti siamo usciti in direzione parco giochi.


Serata dalla Cinzia dove, pare, si mangi la pizza più buona di Prato. La pizza è buona ma noi abbiamo inanellato una serie di figure da merenderos tra la Piccolina che mangiava gli gnocchi con il mestolo di portata, la Lara che mendicava da sotto il tavolo e la Bertux che tentava la cattura dei Pokemon.
 

Usciti abbiamo fatto la strada lunga per smaltire la pizza della Cinzia per ahimè constatare che qualcuno aveva preso i funghi del Poser.


La Lara dice che tutto sommato meglio così, a lei i funghi non piacciono, meglio il bordo della pizza!





venerdì 29 luglio 2016

L'avventura del Balma

Il Poser lo aveva detto che non avrebbe sentito ragioni e sarebbe passato sopra le gambe cedenti, la Bertux zoppicante e i piedi malefici: prima della fine della vacanza ci avrebbe portati sul Balma.
Questa mattina, dopo una colazione a base di Nutella, latte, nutella, ciambellone, Nutella, biscotti, Nutella, the e giusto un cucchiaino di Nutella, siamo partiti alla volta del Balma. Partenza facilitata in macchina, posteggiata in prossimità dell'anello di fondo, e poi via verso il sentiero.
Il tempo non era dei migliori, un po' di nebbia avvolgeva la vetta ma, la signora della pizza al metro, a cui ormai diamo del tu, ci ha assicurato che si trattava solo di calore che viene dal basso. Uscendo mi ha fatto l'occhiolino, avesse mai detto che era tappato fino in cima, il Poser l'avrebbe presa malissimo.


In effetti il calore che viene dal basso ci ha accompagnato per tutta la salita insieme ai vari "ho una fame da lupo" dopo 35 minuti di cammino (e pausa pranzo sul blocco di cemento)


"guarda che bei fiori, belle farfalle, bei sassi, bell'erba, bel ragno.." "Sono stanca, ho un po' nausea etc etc".
Il Poser, lanciato nella missione Balma, non ha mai dato segni di cedimento, adottando varie tecniche di persuasione tipo "l'artiglio che becca" per poi cedere caricandosi la Piccolina in spalla.


Ma alla fine, siamo giunti alla meta.


La Piccolina voleva la polenta ma il Poser ha optato per una barretta kinder e due caramelle di gelatina. E dopo due giri sull'altalena, ha fatto pace col mondo.
In confronto alla salita, la discesa è stata un gioco da ragazzi, la Lara ha passato tutto il tempo ad andare avanti e indietro e a puntare le marmotte nella direzione sbagliata: neanche i fischi l'hanno aiutata a capire dove fossero. Deve rassegnarsi al ruolo di "cane da appartamento" e godere della compagnia dei merenderos.
Così è la vita, cara Lara.
Dopo aver conquistato la macchina, abbiamo puntato direttamente al parco giochi. E mentre le bambine contrattavano carrucola e tappeto elastico, il Poser ha finito la focaccia del pranzo ma quando ha tirato fuori il salamino, ha dovuto condividerlo con le bimbe. 


La prossima volta dovrà agire in modo più scaltro e nascondere il salame nella focaccia.
Serata tranquilla tra pasta con sugo e polpettine della Nonna Lu e vellutata di verdure del Crai. Domani il Poser ha lanciato la "giornata relax" ma la Lara dice che, se la riportiamo dalle marmotte, cercherà di guardare nella direzione giusta.



giovedì 28 luglio 2016

Cuneesi da asporto

Questa mattina il gruppo si è diviso in due squadre: Poser e Piccolina, squadra parco giochi, io e Bertux squadra "devo finire i compiti".
E mentre la Piccolina si batteva come una tigre per il dominio della carrucola, la Bertux trascinava la colazione per iniziare i compiti il più tardi possibile 


cosa, per altro, che le viene benissimo, più o meno dalla terza elementare.
Pranzo a casa, anche per la Lara, e poi tutti in gita a Cuneo per testare in piano la gamba della Bertux che ieri le dava fastidio. È bastato sillabare la parola shopping per notare un discreto miglioramento già nella seconda fase della mattinata. Alle 14 era praticamente una miracolata.
Partiti da Prato con 20 gradi canotta e felpa, siamo arrivati a piazza Galimberti con 30 gradi, senza canotta e con la felpa ben imboscata nel bagagliaio.
Il tentativo di base era quello di visitare la città partendo dalla chiesa di Santa Maria del Bosco, ma la Bertux e la Piccolina, strette in un patto di solida alleanza, hanno letteralmente setacciato il lato destro di via Roma, infestato, ahimè, di negozi e negozietti.


E così, driblando tra un'edicola con le bustine, un negozio con gli zaini eastpack e parando magistralmente un'entrata da Zara, siamo giunti all'ingresso del municipio, palazzo costruito dai gesuiti (toh! Chi si rivede) 


nel XVII secolo con un bellissimo cortile che ospita la riproduzione in rame della Ceirano 1903, opera di Ferrero. A me sembrava Lizzie di Cars, ma visto l'entusiasmo del Poser che mi faceva notare come fosse simile il modello all'originale, ho evitato il commento.



Andiamo Poser, sono uguali!!
Risalita di via Roma dal lato sinistro con la messa in pratica del complotto delle pesti e rovinoso acquisto di salsicciottone a righe gialle e rosse, che la Piccolina ha tentato di usare come testa di ariete tra i portici.


Bloccata con sequestro di salsiccia.


Chiusura della visita alla città con la cattedrale, l'interno barocco


Mentre l'ingresso presenta 4 colonne corinzie, frutto di una rivisitazione della facciata verso la fine del 1800, perché l'originale non era ritenuta in linea con lo stile della città. 


Così il povero architetto Bono ci ha dovuto mettere una pezza, e nel dubbio, ci ha piazzato le colonne che stanno bene con tutto, un po' come il nero.
Chiusura di serata con spesa al super, la Lara ci ha aspettato in macchina: con tutti i piccioni che ha tentato di cacciare a Cuneo, per lei questa è stata una gita davvero impegnativa.
Dalla cuccia mi fa sapere che domani viene lo stesso con noi.

mercoledì 27 luglio 2016

La (parziale) rivincita dei merenderos

Partenza lenta e gagliarda questa mattina, con lezioni di fionda dal balcone. Ora ho capito perché il Poser spesso gira con le tasche piene di sassi... Tira con la fionda, non è un fan di Jovanotti!!!


Terminata l'esercitazione, siamo partiti alla volta del monte Moro, con tappa intermedia da "pizza al metro" utile per prepararci spiritualmente alla salita. È scientificamente provato che la focaccia con le cipolle, il polpettone e la pizza margherita siano in grado di rinfrancate corpo e mente e offrire spunti per la risoluzione di grandi problemi, soprattutto quando la pancia da vuota diventa piena.
E infatti, dopo circa mezz'ora di cammino, la Bertux e la Piccolina hanno sentito il richiamo della pizza e ci siamo fermati a mangiare nella palestra di roccia. 


39 tiri, dal 4b al 7c, che abbiamo ammirato tra un morso al pomodoro e un sorso di the freddo al limone, comodamente piazzati sul tavolo da pic nic 


a cui la Lara girava intorno nella speranzosa attesa che qualcosa le arrivasse direttamente in bocca.


Ripartiti con la pancia piena, ci siamo diretti alla baita delle stelle, un rifugio che si trova in fondo alla passeggiata. La salita al monte Moro non presenta grandi dislivelli e attraversa un bellissimo bosco di pini e abeti. La scelta è stata una mossa tattica per arginare chi, ieri, si lamentava del caldo, un po' meno per chi si aggrappava alla stanchezza, nessun problema invece per la Lara, che ha tenuto botta lungo tutto il percorso, dando prova di grande abilità di scalatrice.





Arrivati alla baita, l'abbiamo trovata chiusa, nonostante il cartello che offriva sconti a biker e climber. Vuoi vedere che ci hanno sgamato da lontano e han chiuso prima che arrivassimo?
Discesa lenta, frenata da una Bertux zoppicante, una Lara impegnata a scrutare lo strapiombo del bosco e un Poser che si giostrava tra la Piccolina e lo zaino.
Seconda metà del pomeriggio in casa a fare i compiti, animati da un acceso dibattito sul Piccolo Principe, 


e a colorare principesse, la Lara ha recuperato le fatiche nella sua cuccia.
Serata in pizzeria con doppio omaggio artistico: la Bertux si è ispirata all'opera visto che i nonni sono a Verona a vedere la Turandot, 


mentre la Piccolina si è chiaramente ispirata a Kandinsky, 


noi merenderos amiamo la pizzart.
All'uscita ci attendeva un tramonto stupendo, degna conclusione di questa giornata.


Domani, esattamente come oggi, decideremo la meta in base al meteo.
La Lara ci fa sapere che a lei va bene tutto.