lunedì 15 agosto 2016

Il viaggio del trometario

Partenza lenta questa mattina, con pausa rifornimento e rientro rapido a casa per aver dimenticato un paio di cose, tra cui il CD di Max Pezzali da ascoltare in viaggio per la gioia del Poser.
Da Alessandria a San Pietro in Cariano ci sono più o meno 200 km, fatti di autogrill, muffin al cioccolato, panino con la coppa e artiglio che becca. Ma sopratutto di giochi da fare in macchina, quelli, per intenderci, coi i nomi da indovinare che iniziano e finiscono quasi sempre per A. Per A, finché non spunta una domanda sull'animale con le gobbe e la Piccolina si lancia con un trometario, specie rara, quasi in via di estinzione, che vive a ridosso del 45o parallelo, in un posto non ancora rilevato tra Tortona e Pavia. A quanto pare, lì non ci sono pokemon stop.


Arrivati in hotel, siamo stati accolti da una simpatica signora bionda, che ci ha consegnato le chiavi e ritirato i documenti. A distanza di due ore, li aveva ancora lì, capiamola: 4 persone, 3 diversi cognomi. I Cesaroni, in confronto, sono dei dilettanti da fiction.
Dopo aver sistemato i bagagli e fatto man bassa dei Wi-Fi dell'hotel, ci siamo armati di forza, coraggio e Google Maps per arrivare a Lazise.
Convinta dalle previsioni meteo consultate ieri sera, ho fatto armare tutti di pantaloni lunghi, felpe e giacchette perché ragazzi, sul lago la temperatura scende.


Arrivati a Lazise con due zaini degni del K2, il mio sponsorizzato volley Alessandria, ci siamo imbattuti in un paesino raccolto e delizioso, meta ambita da turisti tedeschi che da sempre trovano un'accoglienza speciale, i ristoranti servono pizza e cappuccino e alcune scarpe in saldo hanno cartelli solo in tedesco. Tutto a 32 gradi all'ombra.
Ma alle 17. Vedrete stasera come scende la temperatura!
Lanciati in un giretto tra chiese con richiesta di offerte ispirate da devozione sincera,


vicoletti con mille negozi tentatori che vendono dalla saponetta all'O bag, intorno alle 19:30 siamo riusciti a conquistare il ristorante. E dopo cena, giretto sulla passeggiata accompagnato da musica blues



e un kg di gelato con cono appeso, la vera impresa è finirlo tutto.
Rientro in hotel con annessa pastura dei pesci rossi con i grissini rubati al ristorante e poi a letto tra acchiappa sogni e storie della buona notte.
Domani Caneva, i biglietti li abbiamo già, dobbiamo solo armarci di coraggio.
Al ritorno il termometro segnava ancora 25 gradi...






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