sabato 1 agosto 2015

See you soon!

Questa mattina la sveglia ci ha tradite, o meglio, i giorni della settimana han tradito me. Ho impostato la sveglia settimanale e non per il we. Colazione in stazione (mi arriverà a breve lo stato di fermo da S.O.S Tata) e poi treno per Milano.


Sul treno la Bertux ha fatto conquiste, tal Enrico, 14 anni, da grande progetterà videogiochi.



Ultima tratta sul treno della muerte (trenord non si smentisce mai...) e siamo arrivate a casa... 
È stato un viaggio dalle mille sorprese. 
Trento si è rivelata una città bellissima e a misura d'uomo. Organizzata e accogliente, mai mi è capitato di salutare l'addetta al ricevimento con baci e abbracci come con una cara amica! 
Sorpresa nel vedere come sia rimasto immutato il fascino di Verona - come può 
essere altrimenti per una città che vive di musica? E mi è piaciuto rifare con mia figlia i giri che ho fatto con i miei genitori alla sua età: anche io ho visto l'opera per la prima volta all'Arena ed è rimasta per me un'esperienza indimenticabile. 
In viaggio ci siamo anche confrontate con atteggiamenti scortesi e antipatici, Innsbruck qui vince la palma d'oro ma abbiamo trovato accoglienza genuina e famigliare inaspettata, come nell'albergo a Belluno. 
Come sempre, i nostri viaggi restano una bellissima esperienza.
Grazie a chi ci ha seguite in questi giorni, le scimmie torneranno presto a viaggiare.
Stay tuned. 





venerdì 31 luglio 2015

L'arte del photobombing

Dopo aver fatto le ore piccole con il Don Giovanni, abbiamo fatto quelle lunghe a letto. Sveglia alle 10 (argh!!) e ricerca del bar per la colazione. Scartato a priori quello sotto l'albergo perché un po' sgrauso, siamo andate al viaroma33, un posto un po' da fighetti con due signore gentilissime che ci hanno rimpinzato come tacchini. 
Messaggio per la Emy: da lunedì si riprende a nuotare, vero?!? 
Dopo la colazione ci siamo dirette verso la casa di Giulietta. La Bertux fotografava qualsiasi cosa e la tentazione del photobombing è sempre in agguato. La pazienza paga, la Bertux ha rifatto la foto. Io ho riso.


Risata placata 5 minuti dopo alla vista, con conseguente visita, al Disney Store: la vendetta della Bertux, maledetti americani. (Non dico niente a chi stamattina mi diceva che la Bertux meritava una ricompensa per la pazienza di ieri sera. Ho conservato gli scontrini. Sappilo.)


Arrivate alla casa di Giulietta, abbiamo assistito ad un tipico caso di information overload. Andiamo ragazze, non li leggerà mai i vostri biglietti, soprattutto quelli attaccati con i cerotti, fanno senso.


Dopo la visita della casa che riporta pezzi del set e i costumi del film di Zeffirelli, 


la Bertux ha lottato come una tigre per conquistarsi la tetta della Giulietta (fa anche la rima). 
Guerra, vinta, foto, fatta.


Seconda folgorazione della giornata: un negozio che vende solo patatine fritte. "Tipica scemenza per turisti" ho pensato io. "Un cartoccio piccolo con maionese e ketchup" ha detto lei.


Passeggiando per la città abbiamo notato che oltre all'opera ci sono due cose che a Verona prendono sul serio: i gelati (mai visti così tanti gelatai) e i cartelli davanti ai locali.
Alcuni recano messaggi criptici...


Boh. Altri, per non sbagliare, li traducono pure in inglese...


Mentre il gelataio del centro chiaramente predilige la clientela spagnola!


Gelato alla mano - non c'è scampo - siamo andate al castelvecchio, forte militare a cavallo dell'Adige dove abbiamo salutato un gruppo impegnato a fare rafting. Ma mica è lo stesso senza Max e Xavier.


Rotta verso il centro per salire sulla torre dei Lamberti (a questo giro niente code post toilette - messaggio per i miei!!!) da dove si vede tutta la città. Basta solo arrivare in cima, scalino dopo scalino.


La torre, costruita nel medioevo per volere della famiglia Lamberti, è alta 84mt 


ed è annessa al Palazzo della Ragione. Il palazzo ospita una galleria di arte moderna con opere che vanno dalla fine del 1800 a metà del secolo scorso. Alla fine della visita la Bertux era cotta!!


Cena in piazza Bra davanti all'arena - molto da turisti - e poi in albergo a fare le valigie. Domani si rientra alla base.
Coniglio, nel dubbio, si è infilato di prepotenza nella valigia. 
Tranquillo, non ti lasciamo qui.












giovedì 30 luglio 2015

Belli capelli

Abbiamo lasciato Innsbruck questa mattina sotto un cielo uggioso e il peso di  2 muffin super gognata. Se in questa città mangiano tutto quello che vendono saranno i nuovi obesi del millennio.
La solita antipatia degli abitanti raggiunge il top con il tassista che nemmeno ci porge la valigia dal bagagliaio. Prima ci ha chiesto di dove eravamo e poi con aria da sufficienza ci ha fatto segno di arrangiarci con il mega trolley. A guardarlo bene però qualche problema deve averlo: non solo combatte con un cervello piccolo ma ha un pessimo rapporto con i capelli che sono corti davanti e lunghi dietro. E tutti rigorosamente pari. Qualcuno gli dica che sia l'ignoranza che quei tagli lì non vanno più di moda. Laddove la stupidità non avrà benefici, almeno il look avrà fatto un passo avanti. O forse no. Una cosa è sicura: a Innsbruck non torneremo e nemmeno al Penz Hotel. 
Viaggio in treno allietato dalle prove elettrostatiche della Bertux con il supporto di una simpatica famigliola e della preziosa collaborazione di Peach


Per arrivare finalmente a Verona, ultima tappa del nostro viaggio. Qui alloggiamo presso l'Arena Suite, un B&B che, non offrendo la colazione, ti offre dei buoni da spendere in pasticceria. Geniale! Ottima l'accoglienza di Michele e Ilaria che hanno sottolineato più volte che quello che c'è nel frigo bar è gratuito. 
Questi due ci piacciono molto.
Gita con gelato e esplorazione della città. Domani va in scena l'Aida ma noi abbiamo deciso di lanciarci sul Don Giovanni di Mozart. 


Un esperimento in piena regola: è il battesimo dell'opera per la bertux e quale posto migliore dell'Arena per iniziare?
Ma soprattutto, quale posto migliore di Verona per l'invasione dei cappelli a cloche? Sono ovunque.


Pizza veloce in un ristorante vicino al nostro albergo e poi di corsa all'Arena dove abbiamo preso parte a tutto il rituale: cuscino sotto il sedere, candelina con porta candelina fai-da-te che nemmeno Rubbia saprebbe montare e lo show ha avuto inizio.

Per ragioni prettamente anagrafiche, una è uscita con grande entusiasmo, l'altra si è addormentata alla penultima scena del secondo atto. Quest'ultima ha voluto i biscotti al cioccolato prima di andare a dormire.
Chissà chi è chi.


mercoledì 29 luglio 2015

Spazzola che ti passa!

Mattinata pigra con colazione presso il "breakfast club" un locale a 5 minuti dall'albergo che offre qualsiasi tipo di opzione, dalla continentale all'inglese, dal semplice cappuccino ai waffels. 



La bertux ha preso una gognata pazzesca (il brownie) ma è stoicamente arrivata fino in fondo. Passaggio veloce per qualche negozio alla ricerca di souvenir (cvd) e poi visita al museo del Tettuccio d'oro. Il museo è sostanzialmente didattico, con informazioni prolisse e cantilenate da un'audio guida di stampo medievale come la storia che racconta. Tutto pernea intorno alla storia di Massimiliano I, che i benpensanti etichetterebbero come sporcaccione e gli invidiosi come un gaudente. In breve: bruttarello con tanto di naso adunco, era pieno di donne e donnine (chissà come mai?!?) riempiva di corna la prima moglie, si dava alle feste di corte, sperperava, iniziava progetti politici e di espansione che poi non riusciva a finanziare e quando è rimasto vedovo e senza soldi ha sposato la Maria Bianca Sforza e nel giro di un anno le ha polverizzato la dote di 40K fiorini. Poi la Sforza è morta e lui non si è nemmeno degnato di presenziare al funerale. Io so che le donne che leggono questo blog si scandalizzeranno e che gli uomini diranno "per Massimiliano I, hip hip, urrà!"
Pranzo al volo con brezel  e poi visita al Palazzo Imperiale. Qui siamo alla fine del 1700, Maria Teresa ci viene giusto un paio di volte, ma ogni volta rivoluziona l'arredo e trasforma la sala da ballo da sala dei giganti con figure mezze nude in sala di famiglia, dando lo stesso livello di importanza nei ritratti a uomini, donne, bambini e bambine. Le sale del palazzo sono impressionanti, specialmente la sala da pranzo con un centrotavola allungabile fino a 36 mt. Oltre a non vedere la fine, ai commensali era proibito parlare con chi gli stava di fronte. Oddio, il centrotavola aiutava perché tra statuine, putti, fiorellini barocchi e alzate, vedere chi stava davanti era un'impresa, ma sai che palle se chi ti stava vicino era noioso come la morte? Le ultime stanze sono state riarredate per la principessa Sissi che pare passasse ben 3 ore al giorno a spazzolarsi i capelli, poi, quando si stancava (o quando finivano i capelli) si riposava sulla chaise longue o scriveva poesie, che ha pubblicato in forma anonima. Mi chiedo di cosa mai potesse scrivere, dopo 3 ore di spazzolate... anche le idee più geniali ti mollano per noia!
Per sentirci principesse,


ci siamo infilate al Sacher Caffè dove, già in coda, la Bertux ha beccato il free Wi-Fi. Di necessità virtù.


Assaggiata la Sacher abbiamo finito con un giro in centro. Questa città è pericolosa per il conto in banca, meno male che domani partiamo!
Cena al "my indigo", curry, cous cous, noodle e brownie, 


se le cameriere sorridessero un po' di più 
sarebbe il mio posto preferito!
Domani si parte per Verona, ultima tappa del nostro viaggio.
Tschüss!


martedì 28 luglio 2015

Il gigante "sbarlusento"

La colazione in hotel costa 20€ a persona. Conti alla mano, sarebbero 40€ per 2 brioches e due tazze di tea. Un sovraccarico stimato del 1000%, quindi anche no. Questa mattina ci siamo alzate abbastanza presto per i nostri standard, tardi per chi alle 8:00 è già alla postazione di lavoro. Mappa e google maps alla mano, ci siamo dirette verso il congress center di Innsbruck. La strada sembrava facile, due svolte a destra, due a sinistra e ti trovi alla banchina dell'autobus per Wattens, il parco Swarovski che tanto illumina gli occhi della Bertux. È bastato sbagliare un attraversamento che il navigatore ci ha portati nel mezzo del nulla. Ed eravamo anche a pancia vuota. Scartato a priori un caffè raccolto e carino dove una ragazza faceva simpaticamente cadere i capelli dal piano di sopra sui tavolini sottostanti - sarà una strana usanza del luogo? - abbiamo trovato un'anima pia che ci ha spiegato che no, quello non era il posto giusto e che sì, dovevamo tornare indietro. Google maps è tornato a sorriderci e ci ha messo sulla strada giusta. Nel tragitto, caffè dell'università dove con 6.10€ abbiamo fatto colazione.


Personale simpatico, ci hanno portato perfino il tea al tavolo. Ogni tanto Innsbruck si riscatta! 
Attraversata l'università che reca sui muri le scritte "social" in tutte le lingue ma non c'è anima viva... 


Siamo finalmente giunte al congress center, autobus in direzione Wattens a vedere il mondo di cristallo Swarovski.


Ammetto che sono partita con un elevato grado di scetticismo, alcuni utenti di Tripadvisor schedavano il parco come "perdita di tempo" ma a mio avviso, non è così. Il parco nasce a ridosso della fabbrica con l'intento di interpretare il prodotto Swarovski. Markettata sì ma con stile. E per fare questo, sono stati chiamati diversi artisti, tra cui Brian Eno, i Blue Noses, Fabrizio Plessi e Paul Siede. Alcuni, è palese, hanno platealmente barato e riciclato un lavoro così così appiccicandoci sopra 4 sbarluccichi, con la nota a piè di pagina "tanto questi non capiscono niente". Altri invece si sono messi di impegno e il risultato di vede.
Nella classifica dei bari, Jim Whiting con il suo teatro meccanico, dove ha presentato manichini in movimento e per prendere la sovvenzioni ha fatto svolacchiare 3 camicie con i lustrini. 


Un'altra palma di fregoni va allo Studio Job con la loro camera delle meraviglie. L'idea di base, una stanza circolare in cui campeggiano i simboli della nostra società, in un viaggio meraviglioso e varipiopinto. 


In realtà è la fiera kitsch di monumenti in scala ridotta tempestati di cristalli e lustrini. Ci mancavano la gondola di Venezia e la bambola vestita da spagnola, e il quadro (o meglio la camera) sarebbe stato completa. Di altro livello i lavori di Boontje che usa il cristallo per riprodurre un paesaggio d'inverno, 



il passaggio di ghiaccio di Irschitz, installazione che cambia a seconda del passaggio dei visitatori o ancora il ponte di Bul, luce e cristalli. 



Non hanno osato per non sbagliare i russi Blue Noses, che hanno preferito riprodurre in cristallo edifici quali le piramidi, l'empire state building e la città proibita. 


Al povero Eno han chiesto di trovare un equilibrio tra suono e visual per realizzare uno spazio di meditazione e relax. Un po' difficile se tutto questo è condito da un via vai di turisti con telefoni, zaini, macchine fotografiche e ascelle pezzate.
Sul suono, nulla da dire, anche se gli sarà venuta l'orchite a furia di realizzare pezzi ambient, sul visual mah, immagini caleidoscopiche di cristalli che lasciano un po' il tempo che trovano. 


Il migliore, Paul Seide: nel tentativo di abbattere le barriere linguistiche realizza bolle al neon per interpretare i versi di Baudelaire. Risultato: tutti fanno ohhh, nessuno ci capisce un belino e la democraticità del messaggio è garantita!


Prima del sempiterno negozio di souvenir l'opera di Fabrizio Plessi, che riproduce la natura con la luce dei cristalli.


Dopo la magia della luce, la magia degli euro: passaggio semi indenne al negozio. Orecchini piccoli per me, ciondolino per lei. 30€. E anche questa è andata. Intorno alle camere un parco giochi all'aperto, con tanto di giardini, labirinto e torre dei giochi. Tutto sotto lo sguardo attento delle montagne. E pensare che proprio lì dietro c'è la fabbrica Swarovski, i cui marketing manager sono molto ma molto più bravi di quelli dell'hotel. Sappilo Miss Simpatia.

Pranzo al parco dove si teneva la convention delle ballerine 


Per poi tornare in città giusto in tempo per quella degli zoccoli pelosi.


La creatività qui non manca.
Giretto in centro e cena presso un locale alternativo che offre curry, noodle e american cookies. La bertux ha tenuto botta, ha solo scartato i funghi.
Domani restiamo a Innsbruck, non c'è verso di raggiungere neuschwanstein da qui se non facendo 3 ore di treno e bus.
Andremo a vedere il museo del tettuccio d'oro e il palazzo imperiale. Poi dovrò fare in modo che la Bertux eviti i negozi, qui è veramente arduo!!!




lunedì 27 luglio 2015

La vita senza i jelly beans

Siamo partite questa mattina col treno da Trento in direzione Innsbruck. Viaggio surreale, perfetto esempio di disorganizzazione italo - austriaca: posti liberi assegnati a caso con annesse liti in italiano, inglese e tedesco, controllore vestito da Mr Bean che parla come papa Ratzinger  e cerca di placare gli animi, polizia che scorta in coda al treno "persone indesiderate", ragazzotti col naso a patata che cercano di soffiarti il posto (regolarmente prenotato) se ti alzi un attimo per andare al bagno. Una giungla su rotaie.
La Bertux e io ci siam messe il velcro sui jeans e siamo rimaste incollate ai sedili presidiando la postazione.
Ragazzotti dal naso a patata volete mica rubare a casa dei ladri?

Arrivate a Innsbruck abbiamo subito fatto i conti con una receptionist simpatica come un calcio in faccia. Grazie a un disguido con booking.com ci troviamo un extra charge di 25€ al giorno, x3 sono 75€. Ok non è colpa nostra nè dell'hotel, ma per 25€ The Penz hotel ha fatto una gran brutta figura. Insomma markettari austriaci, ma dove avete studiato?!? 
Pranzo in quella che è l'attrazione numero uno per la Bertux: la shopping arcade attaccata all'hotel. Questo su booking non era segnalato, è praticamente un ammutinamento. Dopo un pranzo a base di zuppa di verdura io (paese che vai...) e toast lei (paese da cui vieni...) abbiamo fatto un giro da Müller, l'equivalente austriaco di Boots. 2 cose abbiamo notato: qui le donne non amano lo scrub ma i sali da bagno sono una cosa seria, molto, molto seria. Li trovi in tutte le versioni possibili e immaginabili, in bustine o in barattolo. E mentre facevamo queste riflessioni abbiamo notato che, probabilmente, quando fanno il bagno coi sali, si mangiano i jelly beans. Jelly beans ovunque, in mille gusti diversi! Li abbiamo comprati tutti! 


Un'altra cosa che a Innsbruck prendono sul serio è lo sbarluccico. Primo esempio, il Tettuccio d'oro, voluto da Federico IV d'Asburgo verso la fine del 1400 e "ritoccato" da Massimiliano I d'Asburgo che fece aggiungere il balcone (erker) e il tetto d'oro.


Nei secoli, il tettuccio è diventato il simbolo della città. Diciamocelo, i tetti qui piacciono, quasi come lo sbarluccico. Piacciono talmente tanto che li mettono sopra le panchine.


ma il brillio resta sempre il top. Dimostrazione ne è il negozio Swarovski, tutto un luccichio e letteralmente assalito da orde asiatiche che acquistano qualsiasi cosa, fino 


ai negozi di Pandora, gioiellerie e affini. Il centro è purtroppo un enorme centro commerciale, e visto che i negozi chiudono alle 18:30 e si cena dalle 18 in poi, è tutto un compra compra - mangia mangia. 
Ed è un vero peccato perché palazzi bellissimi come questo



Finiscono per ospitare centri come questo


Ma noi, per darci un tono culturale siamo salite sulla torre civica, una torre gotica di 51mt sita a 5 minuti dal fiume Inn con ben 148 scalini da salire e 148 da scendere. 


La vista dalla torre è bellissima, si vede tutta la città! E per fortuna il tempo è dalla nostra parte.


Passeggiando lungo il fiume abbiamo notato un segno tangibile della cultura italiana in Austria. Sul ponte, proprio dove il fiume saluta i lembi della città, orde di idioti hanno attaccato i lucchetti di Moccia alla ringhiera. Anche qui. 


Cena all'insegna dello svacco estremo: panchina, hot dog e Coca-Cola.
La Montessori non approverebbe.
Poi gelato e giretto notturno. 
La Montessori non mi parlerebbe più.
Miss Simpatia alla reception ci ha prenotato la gita di domani a Wattens, andiamo al parco Swarovski. 
Nel dubbio, la carta di credito la lascio in albergo, intanto la Bertux ha già trovato la nostra versione in cristallo.