Per quanto ci provi, non riesco ad abituarmi all'idea di percorrere la statale ed avere le Dolomiti sulla mia sinistra, se vivessi qui starei sempre appiccicata al finestrino a guardare il panorama. Un panorama che toglie il fiato. Ritiro patente in tempo zero.
Questa mattina giro culturale in direzione di Feltre. Prima tappa, l'abazzia della Follina, una chiesa romanico-neogotica edificata tra il 1200 e il 1400 dai monaci cistercensi. Completamente ignorante riguardo i cistercensi sono dovuta ricorrere a Santa Wikipedia per scoprire che erano monaci di ispirazione benedettina, quello, per capirci dell'ora et labora. E a giudicare dal risultato oravano poco e si facevano un gran mazzo.
Il pezzo forte della chiesa è il chiostro, le colonne sono tutte diverse fra loro e la pace regna sovrana.
Io lì sarei andata a leggere di nascosto, ombra, fresco e silenzio.
Dopo l'abazzia ci siamo diretti a CastelBrando, una struttura che apparteneva - credo - ai Brandolini. Nonostante i buoni propositi di cultura e storia, ho dovuto fare i conti con il richiamo del trash, all'ingresso del castello c'era una bellissima insegna "fashion in tour", Enzo Miccio avrebbe battuto le mani con gioia, io mi sono sentita obbligata a fare un giretto.
Come resistere al richiamo del fashion??
Il castello è un ottimo esempio di recupero, c'è un hotel, una spa, musei e vari ristoranti. E una vista mozzafiato.
Per riparare allo scivolone trash, ci siamo diretti verso la strada dei 100 giorni, un passante che collega il trevigiano al bellunese. Narra la storia che questa strada fu costruita in 100 giorni dagli austriaci in fuga al tempo della prima guerra mondiale. Conta 18 tornanti, io li ho contati tutti per essere sicura. Mai fidarsi dei foresti.
La foto non rende. La pigrizia di chi scrive l'ha spinta a guardare tanto e fotografare poco, ma la strada è davvero impressionante.
Scollinato Sant'Antonio Tortal ci siamo diretti verso Feltre. Sulla strada abbiamo attraversato Trichiana, il paese del libro.
Pare che lì sia nata la Merlin, copio e incollo.
In pochissimo siamo arrivati a Feltre, quella che chiamano la città dipinta. E girando a caso ti rendi conto del perché. I palazzi sono affrescati e ben conservati,
sulla piazza principale detta piazza Maggiore, svettano i monumenti di due feltrini illustri. Ad uno il merito di aver inventato i caratteri mobili - ehm ma nn era gutenberg? - e l'altro ha fama di noto precettore. Insomma Feltre era tutta vita e rock and roll.
Serata a Garna dove era in corso una sagra paesana. Già dal mio arrivo volevo cimentarmi col palo metrico, niente roba osè, si tratta di un palo con diverse tacche posizionato all'ingresso del paese, vince chi indovina la lunghezza. Avevo già in mente tutto un programma, so che la mia spanna misura 18 cm, e già pensavo di stimare la lunghezza contando - occhio e croce - quante spanne sarebbero state nel palo. Ma mentre pregustavo la vittoria, ho dovuto constatare a malincuore che l'avevano rimosso e avevano indovinato l'altezza.
Adesso mi tocca tornare per vincere con stile il prossimo anno.
E mentre le vecchiette sfrecciavano in balera (cit. Vincenzo - grazie Mara e Vincenzo della serata e delle risate), abbiamo abbandonato la festa per giro in enoteca e bar.
Battesimo del prosecco, sono andata a letto leggera!
io non volevo dirtelo.... Ma c'ho fatto il viaggio di nozze sulle Dolomiti...
RispondiEliminaE nonostante come sia finita, mi porto nel cuore quelle montagne.