lunedì 14 agosto 2017

Lago della Serva

Partenza "gaiarda" con colazione in hotel e ricerca in paese di: panetteria per acquistare focaccine, salumeria per prendere la mortazza - tipica valdostana per altro!! - casalinghi per comprare alla svelta un coltello (a noi piace fare le cose precise) e poi via verso il Mont Avic.
Il tempo non era molto stabile e col Poser abbiamo pensato se salire o no al lago, ma poi l'idea della mortadella mangiata in riva al lago sulla coperta Quechua, l'ha vinta sulla pioggia al 30% che mostrava il meteo.


Il sopralluogo di ieri ci ha aiutato a capire da dove partivano i sentieri, il precorrerli oggi, ci ha aiutato a capire che non c'era altra strada.
Il primo tratto del sentiero che, dall'hotel Mont Avic porta ai Magazzini, è dolce e privo di gradoni o pietraie. Arrivati ai Magazzini però, il gioco si fa più duro, e il sentiero dolce e gentile (come la nocciola) si trasforma in un budello stretto e pieno di gradoni.


Per confondere il viandante le palette beffarde recitano prima 45 minuti ma, dopo 10 di cammino, cambiano idea e dicono 50.
Sono convinta che sia un mini test psicologico per vedere chi molla ancor prima di cominciare, ma noi, che sognavamo la mortazza, non abbiamo mollato mai. Nemmeno quando abbiamo attraversato la pietraia,


O quando la vista mozzafiato ci bisbigliava "metti qui la coperta Quechua e tira fuori le focaccine. Non te ne pentirai!".


Ma noi guai.
Noi l'abbiamo percorsa tutta, contando fino all'ultimo passo per conquistare il lago.
E ce l'abbiamo fatta :-)





Così, dopo aver ammirato il lago, il cielo sopra il lago


abbiamo fatto quello per cui siamo arrivati fin su e abbiamo affondato i canini nella focaccina. Tutto sulla coperta Quechua.


Ripartiti, ci siamo diretti verso valle, con l'idea di tornare presto per vedere gli altri laghi.
Durante la discesa ci siamo prodigati a motivare altri merenderos che si trascinavano verso la cima, dicendo che in mezz'ora avrebbero visto il lago. Probabilmente a quella mezz'ora avrebbero dovuto aggiungere una manciata di minuti ma abbiamo pensato che un piccolo aiuto mendace avrebbe evitato una grande rinuncia.
Tappa d'obbligo in hotel e poi serata ad Aosta con Massimo e Luca, a cui è andata la rivincita per la cena cino di ieri sera. A questo giro hanno vinto loro. 


Domani si torna verso casa. C'è chi torna a lavorare e chi si prepara a battergli la stecca...





domenica 13 agosto 2017

Le relais sans le bidet

Dopo i primi pacchi su booking.com, inevitabilmente uno aguzza l'ingegno: un po' perché i budget sono sempre un po' contenuti e un po' perché fare l'affare piace a tutti. La mia tecnica - segretissima- si è rivelata sempre un successo nella scelta dell'hotel e, a questo giro, la stessa tecnica mi aveva restituito risultati così così: in pratica l'hotel sarebbe stato discreto ma no, questa volta, niente affarone.
D'altra parte, prenotando un mini weekend nella settimana di ferragosto due settimane prima, garantiva una scelta limitata. Ed eccoci qui, allegramente spiaggiati nel Relais Saint Gilles, posizione strategica per il castello di Verres, praticamente annesso alla seconda uscita telepass.
All'arrivo, in orario tipico da merenderos- ossia le 13:38, il parcheggio clienti era deserto. 



L'hotel, in puro stile vintage anni 70, pure. Tranne una signora un po' spompata che si stava rifacendo da sola tutte le stanze, mentre tendeva l'orecchio verso la reception, in caso di arrivo di nuovi ospiti.
Tranquilla Signora, ci siamo solo noi.
La stanza dai toni allegri e spagnoleggianti, 


non ci ha distratti dalla meta: il Parco Naturale del Mont Avic.
Questa è la parte della Valle D'Aosta che conosco di meno, ma, guardando in rete, ho pensato fosse l'ora di venirla a vedere.
Il parco è un'immensa distesa che raggruppa varie vette, tra cui il Mont Avic. Nel parco ci sono molti laghi, la nostra idea era quella di visitare il lago della Serva, ma domani, con la giusta calma dei merenderos doc.
Oggi pomeriggio però abbiamo deciso di capire come arrivare e ci siamo lanciati all'avventura. E avventura in effetti è stata. Dal nostro hotel, arrivare all'ingresso del parco, è un gioco da ragazzi, meno da ragazzi è la strada che porta all'attacco dei sentieri: un susseguirsi di tornanti, curvine e curvette, tanto da far rispolverare al Poser le 18 patenti prese a militare - compresa quella sulla moto scopa.
Arrivati all'hotel del parco (quello per gli audaci perché ha pure la piscina) 


ci siamo prima lanciati sui panini, poi sui sentieri.
Il Poser, che non patisce niente, era in calzoncini e maglietta. 



Io avevo già tirato fuori il pile dopo i primi 10 passi.


Il sentiero che porta al Lago della Serva (Servaz) è a prova di merenderos per il primo tratto. Sale dolcemente in un bosco di pini e larici, attraversato da torrenti e piccole cascate.



Il sentiero è ricco di pannelli informativi che suscitano la curiosità del Poser, per questo li legge tutti, uno per uno.


Alla fine della giornata, lo interrogo.


Proseguiamo il giro fino all'attacco del sentiero ma il tempo a disposizione non ci permette di andare oltre.
Il Poser quindi salta l'interrogazione. Certe cose non cambiano mai.


Rientro in hotel e cambio d'abito per serata ad Aosta in compagnia del mio amico e collega Massimo e del suo amico Luca. Per la serata, ristorante tipico valdostano: Oriental, locale cino- giapo vicino a Piazza Chanoux.
Lo so.
Ma a volte un riso alla cantonese ci sta.
Cena piacevolissima e foto di rito:


E domani pronti ad attaccare il Mont Avic.